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Chi vincerà le primarie si ricorderà del museo di Rimini?
Notizia pubblicata il 19 novembre 2010
Categoria notizia : Cultura
Siamo in tempi di elezione, tutti gli aspiranti sindaci di Rimini, gialli, bianchi e rossi, dichiarano di voler valorizzare la cultura della nostra città, uno slogan che funziona sempre, ma il problema è: una volta cambiata ‘guida’ le belle parole diventeranno fatti?
Grazie a Luigi Tonini, nella metà dell’Ottocento, Rimini si è concentrata sul ritrovamento, raccolta e conservazione di documenti storici e opere d’arte della città. Successivamente, dall’ultimo dopoguerra fino a qualche mese fa, la città è riucita ad inaugurare il preziosissimo percorso con insediamenti preistorici, del Galli e di Roma repubblicana e imperiale, un’ala archeologica che ha fatto entrare a pieno regime il museo che si trova nel Convento dei gesuiti e in più si è aggiunta la Domus del Chirurgo, il Teatro degli Atti, il Teatro degli Agostiniani e Castelsismondo. Un patrimonio culturale ed artistico che ora deve essere valorizzato, grazie all’utilizzo delle risorse per mettere in piedi stretegie marketing necessarie, investimentimenti nelle tecnologie e comunicazione. Solo in questo modo la città riceverà la dignità e qualità che merita, per rendere i Riminesi orgogliosi e recuperare un ‘prodotto turistico’ molto importante.
Analizzando i candidati sindaco proposti da Palazzo Garampi, non è facile essere positivi visto che uno di questi è Nando Fabbri dalla Cagnona che in passato aveva fatto togliere le tele di Bilancioni dal Museo per arredare gli uffici della provincia (che sono state rimesse al loro posto da Vitali) e un altro candidato è Tiziano Arlotti da Sant’Ermete, protagonista di Telerimini e paladino de “Il giardino degli amanti perduti” di Piazza Malatesta che fa pensare ad un punto di ritrovo per scambio coppie. Cittadini non avvilitevi, ‘la speranza è l’ultima a morire’.