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Il grande palas, l'opera di regime diventa simbolo

Notizia pubblicata il 01 ottobre 2007



Categoria notizia : Cultura


C'àˆ UNA SORTA di legge del contrappasso nelle polemiche sulla realizzazione della multisala alla Torraccia con relativo oscuramento dell'AdriaticArena verso via Gagarin

. Sicuramente per i progettisti dell'interstudio che hanno disegnato l'astronave, subendo, un po' per il blocco dei lavori, un po' per l'incremento dei posti, ma anche per il senso di sproporzione dell'opera rispetto alla città , critiche per anni, oltre che una fastidiosissima inchiesta giudiziaria risoltasi con un nulla di fatto.

La stessa cosa potrebbero dire coloro che per realizzare quell'impianto subirono anni di critiche e di contumelie, in parte meritate, in parte da riverificare con il senno di poi. Perchè se un'opera architettonica é così bella da essere diventata, secondo molti pesaresi, forse i più giovani che l'hanno sempre vista lì nella sua imponenza, un simbolo cittadino, allora forse qualcosa si era sbagliato in passato.

Oppure, verrebbe da dire, qualcosa si sta sbagliando adesso, guardando all'oggi con gli occhi del recentissimo passato, dell'abitudine del decennio appena trascorso (l'AdriaticArena ha compiuto 11 anni), invece di utilizzare la razionalità  e la compresione che quanto accade adesso ha una storia dietro le spalle.

POSSIBILE che in un'area destinata al commerciale e terziario, abbondantemente edificata e cementifica si possa costruire un ecomostro? Possibile che l'architetto Toraldo di Francia sia un insensibile urbanista che vuole nascondere ai pesaresi l'ottava meraviglia del mondo? Domande retoriche, a cui chiunque, può dare le sue risposte. Compresa quella, un po' scontata, che si può evitare di costruire ogni cosa: multisala compresa. Ma la stessa cosa si diceva, anni addietro, del grande palas che adesso viene difeso come simbolo cittadino.

Non é il caso di tornare con i piedi per terra? Non ci sono ecomostri veri in questa città ? Che dire della collina di Trebbiantico, ad esempio? E la vicina area di Belvedere Fogliense, un pezzo della città  futura ipotizzata da Palmiro Ucchielli, é paragonabile allo scatolone posizionato nei pressi dell'IperRossini? E' un elenco che ognuno potrebbe fare. Magari ricordandosi che bello e brutto sono categorie opinabili, soprattutto in architettura ed edilizia.

IN REALTA' quello che si sta costruendo adesso e che si costruirà  ulteriormente nei prossimi mesi ha una sua storia.

Risale al piano regolatore del 1990, quando per realizzare l'astronave si decise di costruirci intorno 40mila metri quadri di terziario, che dovevano servire a finanziare i parcheggi e la viabilità  dell'area.

Era previsto un ipermercato sportivo (?), poi trasformato, a suon di varianti, in semplice ipermercato e realizzato per il gruppo Brunelli. C'erano altri edifici più o meno simili all'ipermercato, sparsi davanti ad un palas che doveva essere, ricordiamolo, più piccolo e meno imponente dell'attuale. Poi arrivò dalle nostre parti l'ingegner Bernardo Secchi, docente universitario e fior di urbanista che, evidentemente, quello splendido edificio sportivo che é oggi l'AdriaticArena non lo apprezzava molto.

Disegnò un Prg ed anche un piano attuativo dell'area attorno al palas. Invece dei due edifici separati che vedete nell'immagine che pubblichiamo qui sopra e che saranno così realizzati, era previsto un altro progetto.

Le due strutture edilizie erano infatti collegate con un edificio a ponte, una sorta di porta che avrebbe coperto ulteriormente il palas e creato una specie di entrata in un luogo, altro, per certi versi "alieno" al resto della città . Perchè una cosa é certa: l'astronave é altro, é aliena rispetto al tessuto cittadino. Non solo. Alla base della sua idea Secchi metteva una necessità  ambientale. Edifici troppo orizzontali consumano troppo territorio, impermeabilizzano, creano scompensi. Altro che ecomostro: meglio salire verso l'alto...

UN PROGETTO discutibile, come l'attuale e come l'originario, che fu modificato per varie ragioni, compreso il fatto che qualsiasi edificio privato che si va a costruire deve avere un senso anche a livello di mercato. Dev'essere vendibile e fruibile e non c'é privato che possa investire in qualcosa che non si vende.

Di qui la modifica, la nuova piazza, i due edifici separati. Da una parte la multisala che a giugno dovrebbe essere completata, dall'altra un edificio destinato a negozi ed uffici che guarderà  dall'altra parte, verso l'imbocco di via degli Abeti . Bello o brutto? Ognuno rimarrà  della sua idea. Ma i veri problemi saranno altri: perchè sono stati cancellati i parcheggi sotterranei della multisala?

Come conviveranno gli edifici e l'AdriaticArena nelle situazioni di ordine pubblico legate alle partite? Quando potrà  durare ancora la copertura dell'astronave, garantita per dieci anni, che necessita di una straordinaria manutenzione? Ma é più facile soffermarsi sul colpo d'occhio, sul presunto ecomostro che non c'é. Sul valore ormai perduto delle parole. Sul bello e sul brutto, dibattito infinito e un po' inutile. E non é neppure un film.