Ravenna.Tradizioni e ironia nel nuovo libro di Andrea Mingardi.Incontro con l’autore oggi al Centro Esp
Notizia pubblicata il 21 marzo 2009
Categoria notizia : Cultura
«DOBBIAMO stare attenti a non perdere le nostre radici: la globalizzazione tende a farci dimenticare origini e tradizioni, come se fossero ininfluenti. E, ancora, dobbiamo godere delle differenze, della loro bellezza». Così Andrea Mingardi commenta al telefono il filo conduttore del nuovo lavoro letterario, Sòcc’mel, edito da Pendragon, proposto dopo il successo dei primi due libri.
Lo showman e cantante bolognese sarà oggi alle 16 al Centro commerciale Esp per incontrare i lettori e spiegare i molti significati di quell’intercalare in dialetto. Un libro da leggere con il sorriso e una buona dose di autoironia. Il libro ha una veste grafica preziosa, con una selezione accurata di immagini e variazioni anche nei caratteri tipografici. «Ho lavorato a questo libro — spiega pensando a un video e ho usato la grafica per segnalare i toni di voce». Le presentazioni e le vendita stanno andando molto bene. Adesso Mingardi preferisce scrivere libri, piuttosto che canzoni? «La canzone ha un problema, deve usare la sintesi.
Quindi è quasi un telegramma: deve dare subito l’emozione o la notizia. La letteratua è anche testimoniale, deve raccontare lo spavento della gente di fronte a eventi che accandono nel mondo e per i quali si sente inadeguata. Due modi di raccontare, da usare distintamente. Non rinuncio né al primo, né al secondo». Perché questo titolo? «L’espressione sintetizza la meraviglia e lo sgomento di chi sa ancora stupirsi, di fronte a una cosa che mi distrugge, la richiesta di velocità; mi provoca un’ansia insopportabile; qualche volta forse affascina, ma spesso non convince. E per resistere dobbiamo sorridere».
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