Nuovi hotel con almeno 100 stanze. Ridotta la dimensione minima delle strutture. Resta il principio dei comparti
Notizia pubblicata il 18 settembre 2008
Categoria notizia : Turismo
DEL PIANO delle colonie si é a lungo parlato dentro e fuori le pareti del palazzo comunale. Ora, con l'approvazione l'altra sera in consiglio comunale delle controdeduzioni alle osservazioni presentate in queste mesi al piano ' Città delle colonie', Cervia fa un ulteriore passo avanti nella possibilità di arrivare alla concreta realizzazione di questo piano, sul quale l'amministrazione comunale ha a lungo lavorato e creduto.
Il dibattito in consiglio é stato scarno, con i repubblicani che, per voce di Giancarlo Cappelli, hanno chiesto il rinvio della discussione del punto, dopo però che l'assessore all'urbanistica, Nevio Salimbeni lo aveva già illustrato, i consiglieri del Partito democratico pronti a votare subito e la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Coatti, che é uscita «perchè incompatibile per motivi personali». L'approvazione insomma c'é stata senza grandi discussioni o dubbi.
DI OSSERVAZIONI ne erano arrivate tredici, alcune delle quali sono state accolte nel concetto, altre no. Per l'assessore Salimbeni «l'approvazione definitiva del Piano delle colonie conferma la scelta politica di base del progetto, ovvero quella di favorire il ricettivo, imponendo l'uso del 70 per cento delle strutture appunto per questa funzione, l'idea di ragionare sui comparti e non sulle singole colonie, quella di favorire la nascita di grandi alberghi, di puntare su ampi parcheggi e una nuova viabilità per Tagliata, infine la scelta di procedere con singoli piani particolareggiati».
DI FATTO sono tre le novità accolte e approvate. La prima, afferma Salimbeni, é quella di «tenere in vita entro certi limiti le colonie con destinazioni di casa-famiglia e di casa-vacanza. Alcuni proprietari ci hanno chiesto questa possibilità , il settore turistico é in effetti attivo e i segnali sono positivi. Lo dimostrano i dati e quindi abbiamo consentito la possibilità che questa tipologia abbia un suo proprio spazio». In altri termini, chi vuole continuare a fare le proprie attività classiche di casa-vacanza e di casa-famiglia può farlo. Inoltre, continua Salimbeni «abbiamo diminuito la grandezza minima sufficiente per le strutture ricettive, pensando di portarla non più a 200 stanze, ma a 100. Crediamo che sia importante puntare su grandi strutture, ma dalle osservazioni pervenute abbiamo capito l'esigenza del mercato di pensare strutture ampie, ma più piccole rispetto al disegno originale». Inoltre verranno inserite le strade all'interno dell'area dei comparti, in modo che la città delle colonie, quando e se nascerà , sia realmente fruibile e compatta.
«CREDO - sottolinea l'assessore - c he l'interesse da parte degli investitori e dei grandi gruppi ci sia e che appena la macchina si metterà in moto sicuramente poi tutti vorranno andare dietro al flusso. Sono dell'idea che anche quei proprietari che ora si dicono scarsamente interessati appena partirà il primo comparto troveranno conveniente entrare nel meccanismo o vendere». E' per questo, anche, che molte osservazioni sono state scartate, come quelle che chiedevano di diminuire la dimensione dei comparti, di abbassare lo standard di qualità costruttiva, di alzare l'altezza degli edifici, che il piano fissa a 24 metri, o di ridurre la percentuale destinata al ricettivo. Queste novità interessano soprattutto l'area di Tagliata, dove attualmente sorgono 34 colonie, per una volumetria complessiva di 255 mila metri cubi. Tredici colonie sono invece a Pinarella, tra via Etna, la pineta di viale Italia, via Lucania e viale Titano. Sette strutture si trovano anche a Milano Marittima, ma si tratta di edifici isolati e distanti gli uni dagli altri e quindi meno idonei all'idea del comparto.
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