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Ceramica di Cacf nicchia di mercato per amatori e collezionisti

Notizia pubblicata il 12 luglio 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


LA CACF rilancia. Lo storico marchio manfredo è passato di proprietà, dalla Keser Diva Design di Pier Paolo Conti al ceramista Roberto Maiorana, che ne prosegue l’attività nella sua bottega di corso Baccarini 9.

«In accordo con Conti mi sono preso l’impegno di non far morire questo storico marchio», dice Maiorana, 60 anni, palermitano di nascita ma faentino d’adozione, ex allievo di Angelo Biancini e per anni collaboratore di Ivo Sassi. «Ho fatto un sacrificio economico per arrivare a questo salvataggio — dice Conti — per amore della ceramica faentina. Ma sono convinto di avere lasciato questo marchio in ottime mani». La Cacf (acronimo di Cooperativa Artigiana Ceramisti Faentini) nacque nell’ immediato dopoguerra. Faenza era in buona parte distrutta dai bombardamenti e sei ceramisti misero da parte vecchie rivalità e si unirono in cooperativa. «Era il gennaio del 1946 quando nacque la Cacf nella vecchia fabbrica Farina, in via Canal Grande, dove la fornace era l’unica cosa rimasta intatta dopo il passaggio del fronte. La cooperative – racconta Maiorana — riprese tutti gli antichi stili faentini del Cinquecento e del Settecento, riproponendoli con fedeltà e ottenendo un notevole successo».
IL GAROFANO, la ghianda, la foglia di vite, la pavona, il compendiario e altri stili che nel Rinascimento resero celebre Faenza in tutta Europa, negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso tornarono a risplendere. «La ceramica faceva concorrenza all’argenteria e la Cacf lavorava alla grande. Negli anni Sessanta gli addetti diventarono una sessantina e negli anni Settanta si arrivò a superare i cento dipendenti. Poi nel 1978 la cooperativa fu assorbita dalla società Immagine Faentina, con l’obiettivo di rinnovarne la produzione e di trovare nuovi mercati. Ma negli anni Ottanta e Novanta la ceramica artistica ha perso lentamente di interesse un po’ in tutto il mondo ed anche quella faentina non è riuscita a sottrarsi a questo trend».
«OGGI – dice Maiorana – l’obiettivo è di fare della ceramica di Cacf una nicchia di mercato per amatori e collezionisti. Con il trasferimento del punto vendita dalla decentrata via Piero della Francesca alla mia bottega in centro storico, i primi risultati sono incoraggianti. I migliori acquirenti? I tedeschi: sono innamorati del garofano faentino. E capiscono che dietro un piatto di ceramica ci sono un lavoro e un’arte impagabili».

foto by http://www.flickr.com/photos/smb_flickr/