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La rosa di Francesca, per scoprire l’anima di Rimini
Notizia pubblicata il 01 luglio 2010
Categoria notizia : Spettacoli
L’opera dell’”Immaginifico” curata nel 1902 dall’editore Treves, dopo l’ispirazione del D’Annunzio, vive ancora oggi e in occasione della Notte Rosa, le folle potranno innamorarsi dell’anima gentile e poetica della nostra città, fino all’alba luminosa nella terra di Francesca che possiamo ricordare mentre dona una rosa a Paolo il bello.
Aveva 39 anni D’Annunzio quando si mise a creare l’opera dell’”Immaginifico”. Finanziato dalla ‘divina’ attrice Eleonora Duse, il Vate, era alla ricerca della perfezione, determinato a costruire con la sua Francesca un evento indimenticabile. Impersonificò tanti ruoli da regista, scenografo, costumista, attore a maestro d’armi. Per D’Annunzio la finzione diventò più importante della realtà e con la sua pignoleria tormentò maestranze e attori. Il risultato? Ben 12.000 versi in cinque atti, abmientati a Ravenna, nelle case Da Polenta e a Rimini tra le rose, torri e alcove delle case Malatesta. La prima Francesca del Novecento fù messa in scena il 9 dicembre del 1901 e il risultato fu proprio una ‘tragedia’. Nell’opera interminabile di 6 ore, accadde di tutto! Le luci si spensero improvvisamente, gli scenari crollarono e la sala si riempì di fumo per il fuoco dei combattenti. Gli applausi non erano molto udibili fra le urla e fischi. Così il D’Annunzio fu obbligato a tagliare i testi e nel 1914 grazie alla riduzione di Tito Ricordi e la musica di Zandonai, Francesca divenne una delle opere liriche tra le più gettonate del Novecento.
L’11 dicembre del 1901, Francesca è entrata negli annali del giornalismo con il Giornale d’Italia di Alberto Bergamini che le dedicò la prima “terza pagina” della storia. Questa pagina verrà illustrata il 3 luglio dallo studioso e giornalista Giorgio Tonelli nelle sale della Gambalunga.