Notte di Capodanno a Bologna
Notizia pubblicata il 02 gennaio 2010
Categoria notizia : Eventi
In giro per il centro della città dopo la mezzanotte: tre ore di festeggiamenti esagerati. Botti e petardi “scaldano” una notte bagnata. In centro si prosegue con balli e canti fino alle tre
Ti aspetti che allo scoccare della mezzanotte si scateni il finimondo e invece per una volta non accade. Certo non si sfugge, almeno nei primi minuti, al nefasto lancio delle bottiglie; e così accade che il centro di Bologna, soprattutto il salotto buono di Piazza Maggiore e la zona universitaria, vengano ricoperti in breve da un tappeto di vetri e cocci rotti. Ma non si assiste alla tradizionale ecatombe di feriti.
E così dopo la mezzanotte, mentre sul palco principale della festa che ha unito per una notte Bologna e Firenze, i big (Lucio Dalla, Negrita e Stadio) hanno lasciato il posto ai meno noti “Sensi di colpa”, tutt’intorno ad impazzare sono i botti: raudi, miccette, fontane, petardi, ognuno si sbizzarisce come vuole; se ne lanciano da tutte le parti, c’è chi fa spallucce e chi si spaventa.
Ma intanto e nonostante la pioggia intermittente, sul “Crescenton e ” si balla. Basta allontanarsi un poco, cercando riparo sotto i portici del Pavaglione per vedere una fila di ragazzi piegati ai piedi delle
colonne a vomitare sul selciato le birre e gli spumanti di troppo bevuti fino a quel momento. Le forze dell’ordine guardano senza particolari preoccupazioni e ogni tanto succede di vedere una pattuglia di infermieri
del 118 accorrere di qua o di là per l’emer genza dell’ultimo minuto.
Le scene si ripetono uguali anche nella zona di via Indipendenza, dove un papà sfida i lanciatori di petardi e Giove Pluvio guidando il passeggino con il figlioletto, dentro e fuori dai portici. Cambiando versante, in via
Rizzoli, un gruppo di nordafricani discute animatamente ma non ci sono parapiglia. Location diversa e così anche gli esiti, sotto il portico di Palazzo del Podestà, dove invece le mani si alzano eccome. Di lì a
poco gli agenti interverranno. Scendendo lungo via Zamboni il copione è sempre quello della festa sopra le righe. Ragazzi che gridano, un po’ alticci, altri che storpiano le canzoni più improbabili e ancora
rumori di vetri in frantumi.
Un ragazzo cerca di infilare una bottiglia in un cestino, ma non ci riesce, gli scivola dalle mani e cade a terra, rompendosi in decine di pezzi; lui si gira e chiede scusa. «Non l’ho fatto apposta», dice prima di dileguarsi in Largo Respighi. Non si respira il clima dell ’assedio. E quindi non è casuale vedere persone anziane che si mischiano a orde di giovani che sciamano da una piazza all’altra e fanno la fila davanti ai punti di ristoro disseminati nel centro storico.
Per le strade ci sono anche alcuni venditori ambulanti che per 2 euro ti vendono una lattina di birra. Sono passate le tre del mattino quando le squadre e i mezzi di Hera si affacciano ai bordi del “Crescentone ”: l’ultimo nubifragio ha spento i riflettori della serata e convinto anche i più temerari a desistere e ora è tempo di ripulire tutto per riportarela piazza alla sua quotidiana bellezza. Il 2009 se n’è andato e ha lasciato il posto a
un 2010 iniziato, si spera, sotto i migliori auspici.
foto by http://www.flickr.com/photos/imaffo/