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Portiamo ricchezza, ma qui non ci vogliono

Notizia pubblicata il 04 agosto 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


MAI COME quest’anno siamo stati abbandonati a noi stessi, trattati come se non esistessimo, boicottati in tutti i modi

La denuncia arriva da Jean Pascal Marcacci, avvocato bolognese presidente dell’Associazione naturisti dell’Emilia Romagna, in difesa del popolo dei nudisti che da tutta Europa arrivano per frequentare la spiaggia libera di Lido di Dante.

«E’ un fenomeno consolidato a partire dagli anni ’70: circa 3mila naturisti arrivano ogni anno a Lido di Dante, alimentano il turismo e l’economia della località». Nel 2002 la vocazione naturista fu addirittura ufficializzata dall’allora sindaco di Ravenna, Vidimer Merecatali, che con un’ordinanza destinò un chilometro di spiaggia alla pratica naturista e ne affidò la gestione alle stesse associazioni naturiste. La svolta ‘proibizionista’ si è ebbe nel 2008 quanto il suo successore, Fabrizio Matteucci, respinse la richiesta di autorizzare l’apertura di un campo naturista perché «le prescrizioni della legge regionale sull’allestimento dei campi naturisti sono inapplicabili a Lido di Dante». Anche la Circoscrizione del Mare si era schierata a fianco del primo cittadino chiedendogli un’ordinanza che vietasse il nudismo nella spiaggia alla foce del Bevano.

«CAPISCO che non ci vogliono – si lamenta Marcacci – ma su quegli oltre due chilometri di spiaggia attualmente non c’è un minimo di servizio, non c’è un controllo. Addirittura i bidoni della spazzatura sono stati tolti dalla spiaggia e messi solo nella pineta. Noi volontari Aner ci siamo occupati di tenerla pulita come potevamo, raccogliendo la spazzatura e portandola fino ai bidoni. Nonostante questo delle volte si creano accumuli di sporcizia».

Altro tema che proprio non va giù al presidente dei naturisti emiliano romagnoli è quello del bagnino di salvataggio: «Ci accusano di non volerlo pagare ma è falso. Noi lo vorremmo eccome, anche perché servirebbe. Quando avevamo la spiaggia in concessione ne pagammo addirittura due, adesso non possiamo farlo dal punto di vista giuridico perché non siamo legittimati a gestire questa spiaggia». Come se non bastasse, a metà luglio, «il sindaco ci ha fato sequestrare i cartelli che indicavano la presenza di un’area naturista. Cosa che era un servizio anche per chi magari non voleva finire in una spiaggia frequentata da nudisti».

MARCACCI punta il dito non solo contro l’amministrazione, ma anche contro gli operatori locali che «guadagnano con i naturisti e poi non li riconoscono» anche se «il 90% delle attività commerciali vive grazie a noi». Nel mirino delle critiche c’è soprattutto il Camping Classe, dedicato proprio ai naturisti: «Non c’è un infopoint, un minimo di servizio in spiaggia. Niente», sottolinea Marcacci.
«VOGLIAMO parlare del comitato cittadino? – aggiunge – Questo comitato paesano nella brochure di Lido di Dante non indica che è un’area dove si fa naturismo. Fanno finta che non esistiamo quando questa è forse la spiaggia più frequentata dai nudisti di tutta Europa».

I naturisti non vogliono certo una spiaggia con dei bagni, come dice il termine la preferiscono ‘al naturale’: «Il rispetto dell’ambiente in quella spiaggia si deve soprattutto a noi – sottolinea l’avvocato bolognese - che negli anni l’abbiamo preservata dalla cementificazione». Però, spiega, «almeno una passerella per permettere l’accesso al mare ad anziani e disabili sarebbe un atto di civiltà». Nonostante tutto ciò i naturisti non si sono fatti intimidire e continuano a frequentare Lido di Dante. «Per natura non siamo belligeranti - sottolinea Marcacci- ma visto che siamo nella legalità e i soldi li portiamo, ci meritiamo un po’ di considerazione in più. Senza contare la miopia degli operatori locali: i naturisti sono perlopiù persone agiate che potrebbero spendere moltissimo». Autodefinendosi come «l’ultimo resistente di El Alamein» Marcacci lancia un monito: «Siamo una grande realtà. E tutti ne devono prendere atto».

foto by http://www.flickr.com/photos/willowverdefoglia/