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Nôtre Dame rialza la voce

Notizia pubblicata il 18 febbraio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


DI NÔTRE Dame de Paris, il musical italiano più spettacolare di tutti i tempi, lui è uno dei protagonisti storici.

Ingaggiato sin dalla prima edizione di ormai circa 10 anni fa, Fabrizio Voghera vi arriva direttamente dalla televisione dove era, all’epoca, conosciuto, come «quello-che-suona-da-Paolo-Limiti». Grazie a Cocciante si scrolla l’immagine da uomo ombra e diventa, a pieno titolo, una delle voci più belle dello show.

Diverso il percorso di un’altra delle protagoniste del fortunato musical: Fiordaliso, ovvero Ilaria De Angelis, arrivata allo show dalle passerelle di Salsomaggiore dove, nel 2000 (edizione in cui vinse Tania Zamparo) si era conquistata la finale.

La sua vera passione, confessa, è sempre stata il canto e, grazie al musical di Cocciante, si è trasformato in un lavoro e in tante gratificazioni. Non paghi dei fasti del musical (che arriva a Bologna dal 4 all’8 marzo al Futurshow Station di Casalecchio) e grazie ad una sintonia artistica nata sulla scena, i due fanno concerti a due voci su un repertorio che attinge alle arie più famose dei musical o alle colonne sonore cinematografiche.

Li raggiungiamo al telefono in autostrada mentre si apprestano a raggiungere ognuno le proprie famiglie. Lui a Torino dove l’aspettano moglie e figlio. Lei a Milano.

Come riuscite a conciliare gli impegni della tournée con la vostra vita personale?
De Angelis: «Personalmente cerco sempre di fare in modo che il lavoro e la famiglia abbiano lo spazio che meritano. Il lavoro è molto importante ma ancor di più lo sono gli affetti. Non voglio essere una di quelle persone che vive solo per il lavoro».
Voghera: «Concordo. Dopo la scena ho sempre bisogno di raccogliermi con la mia famiglia, di stare con mio figlio».
Dopo tanti anni di tournée non temete di essere considerati a vita, nello spettacolo, Frollo e Fiordaliso?
De Angelis: «Credo che questo rischio lo corranno maggiormente quelli che hanno realizzato il dvd del musical».
Voghera: «Nel mio caso, poi, si tratterebbe, di uno sdoppiamento di personalità, visto che per un certo periodo ho interpretato sia il ruolo di Quasimodo che quello di Frollo ed è solo da questa edizione che presto la voce solo a Frollo…».

Come mai?
Vochera: «Fino al 2005 ho fatto circa 400 repliche in cui, nei panni di Quasimodo dovevo usare un timbro più graffiato e quindi sforzare la voce, per poi ripulirla ed entrare nei panni di Frollo che ha una timbrica più baritonale… Insomma una faticaccia per le mie corde vocali. Così quando, dall’inizio di questa edizione, ho avuto la possibilità di scegliere, ho pensato che avesse più bisogno di me Frollo».

Cosa si prova, ogni sera a cantare davanti a tantissima gente?Voghera: «La tensione è sempre alta. Io, poi, ho il terrore di dimenticare il testo. Sono pieno di riti scaramantici e se non riesco a toccare la gobba di Quasimodo non sto tranquillo!».
De Angelis: «Non ho particolari riti. Prima di entrare in scena ci si incoraggia tutti insieme. Però più che un rito, per me è un modo di stabilire una connessione tra di noi».

Qual è stato, Ilaria, il ponte tra Salsomaggiore e il musical?
«Quella di Miss Italia è stata forse una scelta sbagliata. Ero molto giovane e l’ho fatto sperando di crearmi una rete di contatti che poi mi sarebbe servita per fare quello che volevo: cantare. Così, però, è stato».

foto by http://flickr.com/photos/corvonero/