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Mambo, qui la crisi non spaventa

Notizia pubblicata il 03 marzo 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


C’ERA L’ARIA di fine mandato ad aleggiare ieri mattina, nella sala conferenze di MAMbo, sulla riunione della commissione cultura organizzata per l’occasione in via Don Minzoni.

Aria di fine mandato ma non di pausa e meno ancora di smobilitazione. L’incontro — un periodico bilancio dell’attività del museo inaugurato il 5 maggio del 2007 — sarà l’ultima con l’attuale assessore Guglielmi e con gli attuali commissari; con le elezioni del 6 e 7 giugno, poi, scadranno il consiglio d’amministrazione e la presidenza di Lorenzo Sassoli de Bianchi, mentre a ottobre terminerà l’incarico di direttore di Gianfranco Maraniello. Ma elezioni o no, ribaltoni o meno, il Museo d’arte moderna e i suoi vertici si sono presentati ben in sella all’appuntamento di ieri, aperto dalla visita guidata dei commissari alla mostra di Morandi. Una consacrazione mondiale per il pittore che, come hanno spiegato Sassoli e Maraniello, si svilupperà nel 2011 in Giappone con un’esposizione itinerante.
CON UN BUDGET annuale di 4 milioni, di cui solo il 45% è a carico del Comune («Nel 2006 — ha precisato Maraniello — i costi pesavano tutti sul Comune, dunque abbiamo fatto risparmiare Palazzo d’Accursio») e che, oltre al sostegno delle fondazioni bancarie, si è valso nel 2007 e 2008 di 850mila euro l’anno di proventi dalla Regione Emilia Romagna, MAMbo guarda senza troppe ansie alla crisi economica. «Abbiamo concepito il museo — ha ricordato Sassoli — come un progetto, come un luogo di sperimentazione continua sull’arte contemporanea innanzitutto per i giovani. Progettare è ancor più indispensabile nei momenti difficili. Questo metodo condiviso, e i consensi internazionali ottenuti, è ciò che consegnamo ai nuovi governanti della città».
SUL GRANDE schermo della sala Sassoli ha proiettato, a questo punto, un’immagine dell’inaugurazione, con Prodi, Rutelli e Cofferati in prima fila, e lui stesso in secondo piano. «Ecco, vedete —ha commentato —i tre davanti sono usciti o stanno uscendo dalla scena, forse il prossimo a sparire sarà quello che si vede dietro». Ma è suonata francamente come una battuta, tanto più che gli interventi dei commissari (Carella, Naldi) hanno anch’essi rischiarato il museo di una luce positiva. A settembre — i programmi tuttavia sono già pronti fino a tutto gennaio — il museo allestirà stabilmente la sua collezione novecentesca al primo piano. Di sicuro, al presidente e al direttore piacerebbe continuare l’opera. Il museo è, in fondo, un bambino di neanche due anni. Pochi, perché i genitori l’abbandonino.

foto by http://flickr.com/photos/terrainagonia/