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'La pittura? Un frammento di poesia'. Pirro Cuniberti parla della mostra ospitata fino al 2 giugno a Ca’ la Ghironda

Notizia pubblicata il 24 maggio 2009



Categoria notizia : Cultura


IL DISEGNO è una impellenza, una sorta di “flusso di coscienza”, come avviene con la “poesia orale” del rap, che per Cuniberti passa per il tratto nitido, chiarissimo di quella che lui definisce una necessità.

E a chi gli chiede in quali progetti è coinvolto in questo momento,l’ottantaseienne artista risponde: «Io ho un solo obbligo, il tavolo da lavoro. Il mio posto è lì, ogni giorno, quasi fossi costretto a creare». È proprio un riflesso della sua tumultuosa produzione la mostra allestita negli spazi verdi di Ca’ la Ghironda, il museo di arte moderna alle porte di Bologna (Ponte Ronca di Zola Predosa, via Leonardo da Vinci 19), che ospita fino al 2 giugno una ampia retrospettiva di lavori del maestro bolognese.

Cuniberti, ha chiamato la sua mostra “Poetici Segni”. Un omaggio al potere evocativo, onirico, della poesia?
«E’ la mia aspirazione, ogni volta che realizzo un’opera. Vorrei che fosse possibile guardare ai miei quadri come a frammenti poetici, componimenti lievi, delicati ma capaci di muovere i sentimenti, di produrre caos interiore, come le rime più efficaci. E’ un obiettivo, sempre presente nel mio orizzonte creativo. Credo nel segno, amo il disegno, la traccia semplice, che, sulla tela, costruisce, elabora una visione».

Quali trame ha voluto mettere in scena?
«E’ tutto racchiuso nell’opera e nel titolo, che per me è un modo per frequentare più da vicino chi osserva i miei quadri. C’è molta ironia nei miei titoli, io inizio con una piccola pennellata, poi semplicemente inseguo un’onda che arriva da dentro. Perdo la lucidità. E’ come entrare in uno stato di trance, è come se le mani inseguissero quello che passa per la mia testa. Non c’è premeditazione».

E il suo rapporto con il segno grafico?
«E’ un’altra possibilità. Quella che uso, ad esempio, nel nudo, che per me deve essere ben definito, con i contorni secchi e tratteggiati a china. Certo, anche nel nudo entra la gioia, il divertimento. Voglio che i miei nudi facciano sorridere»

Ironia e favola: cosa altro caratterizza i lavori che ammiriamo a Ca’ la Ghironda?
«Ci sono anche opere astratte, è come attraversare tutti i periodi della mia esperienza. Ed il merito è dei curatori Claudio Cerritelli e Francesco Martani, che hanno scelto lavori capaci di restituire una immagine completa di una produzione infinita. Io ho visto la mostra solo ad allestimento fatto».

Cosa aggiunge “Poetici Segni” alle recenti mostre dedicate alle sue opere?
«La possibilità, per la prima volta, di vedere opere private, mai esposte, realizzate a volte per occasioni speciali. Momenti intimi, disegni ludici che mai avrei immaginato in una mia mostra»
Info: tel. 051 757419

photo by http://www.flickr.com/photos/lastellablu