Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Mularoni-Dovizioso, una coppia vincente. Da 7 anni insieme pilota e team manager

Notizia pubblicata il 23 gennaio 2008



Categoria notizia : Sport


LA STAGIONE 'di mutor' non é ancora iniziata, ma la febbre é già  alta nel grande circo del MotoGp, che quest'anno vedrà  l'ingresso del forlivese Andrea Dovizioso (avrà  il numero 4, invece del 34). A fargli da Team manager sarà , per il settimo anno consecutivo, quasi certamente un record nell'ambiente, Cirano Mularoni, che é nato a Mercato Saraceno, ha studiato a Cesena, e vive e lavora a San Marino.

Alla vigilia di un nuovo anno di corse, Mularoni parla a ruota libera della nuova avventura, l'ennesima.

PERCHà‰ tanti romagnoli?
«Ma é sempre stato così nelle corse in motocicletta. E non si tratta solo di piloti, ma di meccanici, team, organizzatori e gente che lavora a vario titolo in questo mondo.
L'ambiente é formato per metà  da italiani, e la maggior parte proviene dalla Romagna e dalle zone confinanti, diciamo da Pesaro a Bologna».

COME é iniziato il suo rapporto con Dovizioso?
«L'ho visto gareggiare otto anni fa a Misano, e mi colpì subito. Era molto giovane, ma al contrario dei suoi coetanei aveva uno stile di guida preciso, pulito nelle traiettorie. Qualche mese dopo aver allacciato i rapporti con lui e con il padre Antonio, che decideva per lui perchè era minorenne, scoprì che in realtà  conoscevo Dovizioso senior da tanti anni».

Un segno del destino?
«Beh, diciamo che é strano, ma non del tutto. Come lui vengo dal motocross, e una volta chiusa l'attività  da pilota mi sono occupato, circa una ventina di anni fa, di organizzare gare tramite un'associazione sportiva».

E SU QUEL crossodromo sulle colline cesenati qualche volta c'é venuto a correre anche Antonio. Io però non me lo ricordavo, ma una sera d'inverno di qualche anno fa, mentre mettevo a posto, trovai in uno scatolone la licenza di guida di Antonio. Me l'aveva lasciata a fine gara e non era più venuto a riprendersela».
E LA SUA SQUADRA, la JiR team Scot?
«Si tratta, con le dovute integrazioni, di un'evoluzione della squadra 250, dove del resto continuiamo a gareggiare con Takahashi, sempre con la Honda, mentre nella 125, dove i piloti sono De Rosa e Nieto, abbiamo come partner la Ktm. Si tratta però di team autonomi.

LA SQUADRA é un elemento importante per ottenere buoni risultati, in modo particolare nel MotoGp, e i test che abbiamo in programma servono anche per amalgamare il binomio squadra-pilota. Nel giro di un mese contiamo di provare in Malesia, sulla pista di Sepang, a seguire su quella di Philip Island, in Australia, per poi tornare in Malesia. Abbiamo per forza di cose una marcia in meno rispetto alle squadre ufficiali delle case costruttrici, e come tutti i team clienti dipendiamo dai tempi di consegna delle evoluzioni della casa madre, la Honda nel nostro caso. Come squadra, quindi, dobbiamo lavorare bene ed essere attenti ai tanti particolari tecnici che, alla fine, possono fare la differenza».

QUALI SONO i punti di forza di Dovizioso?
«Andrea é scrupoloso e attento a non tralasciare il più piccolo dettaglio. E lavorando in un ambiente verso il quale ha fiducia, può rendere al meglio».
LORENZO, Dovizioso e De Angelis, i tre protagonisti dell'ultimo mondiale in 250, si ritroveranno tutti e tre in MotoGp. Cosa ne pensa?

«IL CONFRONTO farà  bene a loro tre e farà  bene al MotoGp. Sarà  interessante vedere l'evoluzione che ogni pilota sarà  in grado di compiere nella nuova categoria».
(photo by teliko82)