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Ancona Sassoferrato. Civica raccolta e incisori regionali

Notizia pubblicata il 11 marzo 2009



Categoria notizia : Eventi


DUE MOSTRE in una con 400 incisioni e 29 dipinti a dividersi la scena all’interno di Palazzo Oliva. Sassoferrato torna così alla ribalta dell’arte con una doppia iniziativa il cui via ufficiale è previsto per sabato 21 marzo (ore 17) con l’inaugurazione sia della rassegna “Incisori marchigiani”, sia della “Civica raccolta d’arte”, ciascuna intenta ad occupare uno dei due piani del quattrocentesco palazzo sasoferratese.

La “Civica raccolta” comprende ventinove opere che vanno dal XV al XVIII secolo. Tra queste, tre tavole appartenenti a Pietro Paolo Agabiti, pittore, architetto e ceramista e due tele di Giovan Battista Salvi, il grande pittore universalmente conosciuto come Il Sassoferrato. Una prestigiosa collezione, dunque, che il Comune ha provveduto nel tempo a far restaurare completamente.

Le opere che la compongono meritavano infatti di uscire dal deposito nel quale sono state conservate per anni, per essere rese fruibili a beneficio dei cultori e degli appassionati delle arti visive, dopo un meticoloso intervento di restauro. Restauro che è stato curato dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche di Urbino sotto la direzione di Claudia Caldari. Sempre a cura della stessa Caldari e di Ilaria Fiumi il progetto scientifico e di ordinamento delle opere.

La raccolta “Incisori Marchigiani”, trasferita al Comune dai coniugi Mirella e Franco Pagliarini, comprende invece oltre 400 grafiche (tra cui 17 disegni), realizzati, appunto, da 210 artisti della nostra regione. Opere che vanno dal 1550 ai giorni nostri. Una collezione che attraversa 500 anni di storia calcografica marchigiana, interamente riprodotta in un pregevole catalogo curato da Mauro Corradini, edito dall’Istituto Internazionale di Studi Piceni di Sassoferrato e stampato dalla tipografia “Neuberg” di Senigallia. Di tale raccolta saranno esposte un’ottantina di opere, mentre le restanti saranno conservate in un apposito archivio allestito all’interno dello stesso Palazzo Oliva.

Dunque, una collezione che esce dalle stanze di una abitazione privata per trasferirsi nelle sale di un edificio pubblico, trovando così la sua piena valorizzazione tramite la fruzione collettiva.I progetti di allestimento dei due contenitori d’arte sono stati curati da Enrico Branchini, quelli grafici e di immagine da Serena Moretti, mentre il coordinamento organizzativo dell’iniziativa è stato diretto dal funzionario comunale Marino Ruzziconi.
a.d.m.

foto by http://www.flickr.com/photos/