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Bologna.Continua la scalata alle torri.Una mostra e un convegno

Notizia pubblicata il 19 maggio 2009



Categoria notizia : Turismo


TRENTADUE grandi pannelli con oltre 500 immagini tra sculture, miniature, dipinti, tarsie dal 1300 al Novecento della pittura felsinea. Ma anche cartoline, stampa propagandistica, pubblicità e fotografie.

E sempre protagoniste le torri di Bologna, da domani al centro di una mostra all’Urban Center della Sala Borsa in piazza Nettuno e, lo stesso giorno, di un grande convegno all’auditorium Enzo Biagi, sempre in Sala Borsa dalle 10 del mattino.
QUESTI due appuntamenti fanno parte di una ricca serie di eventi che la Fondazione del Monte sta programmando e coordinando attorno al restauro delle Torri Asinelli e Garisenda di cui è sponsor con un milione e 800 mila euro. Lo scorso 31 marzo è andato in scena lo spettacolo-installazione Torri di luce con la partecipazione di Lucio Dalla e Piera Degli Esposti. A giugno alcune torri minori di Bologna (ne sono stimate tra le 80 e le 100) incontreranno le visioni contemporanee di tre artisti e a settembre le due principali saranno coinvolte in una performance di pittura estrema con un artista funambolo.

Domani sarà quindi la volta, nella mostra e nel convegno, di due momenti tra storia, arte e tecnica, discipline che, come spiega Giampiero Cuppini, con Claudio Checcoli parte del coordinamento scientifico, «devono più che mai collaborare tra di loro in un lavoro di restauro contemporaneo». Di questo e molto altro, si parlerà nel convegno diviso tra sezione storico-architettonica e tecnico-scientifica, che vedrà gli interventi di Anna Laura Trombetti, curatrice della ricerca storica, Laura Pasquini responsabile di quella iconografica, di Mounir Bouchenaki di “Iccrom”, Pier Paolo Diotallevi, Gilberto Dallavalle e Tomaso Trombetti, Gabriele Bitelli e Giorgio Macchi.

La mostra, che si potrà vedere fino al 20 giugno, parte dai primi esemplari scultorei e dalle miniature del ‘300, individua le soluzioni degli artisti rinascimentali, i tratti intensi della pittura del ‘500 e ‘600 per poi rivisitare l’esperienza di cartografi e vedutisti tra ‘700 e ‘800 e giungere al paesaggio romantico, allo scorcio pittoresco e alla veduta suggestiva della pittura felsinea del secolo XIX.

DUE pannelli vengono dedicati a quella che può considerarsi la maggior “novità” della mostra: originali accostamenti fra alcune opere di Giorgio Morandi e viste della città in cui svettano le torri per suggerire analogie. «Di Morandi — spiega Laura Pasquini — stupisce il fatto che anche lui ha, in alcune nature morte, accostato oggetti che ci restituiscono la stessa idea di Bologna città-scrigno espressa da Reni prima e Basoli poi. I lunghi colli delle bottiglie richiamano ad esempio l’idea di torri».
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