Ivo Sassi e la ceramica, una storia monumentale
Notizia pubblicata il 08 luglio 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
LA MOSTRA di scultura estiva promossa quest’anno dai Comuni di Cesena e Cesenatico — e che fa seguito a quelle di Lodola nel 2007 e di Rabarama lo scorso anno —, rende omaggio alla monumentalità di Ivo Sassi, artista faentino che opera a livello nazionale
Ivo Sassi ha scelto la sua terra, la Romagna, come luogo privilegiato dove ambientare opere da esterno che hanno, come comune denominatore, l’originalità del materiale: la ceramica. Oltre alle due torri realizzate per la rotonda d’ingresso ovest di Cesena, ci sono altre due opere in città che i cesenati vedono forse un po’ più distrattamente: la “Verticale rossa” e “Verticale nera” collocate sulla via Emilia, a lato della sede della Banca di Cesena.
«PRATICAMENTE tutti i monumenti, nella storia delle città europee, sono realizzate in materiale lapideo — spiega Silvia Arfelli, curatrice della mostra “Ivo Sassi. Ceramics” che inaugurerà il prossimo 10 luglio —. Sassi ha avviato un suo personalissimo procedimento tecnico che ha spinto al massimo le possibilità di una materia come la ceramica»
E in ceramica (refrattario policromo a terzo fuoco, per suggellarne la robustezza e la solidità) sono realizzate opere come “La Grande Nike”, posta nella rotonda davanti alla stazione di Brisighella, che sembra sorgere quasi naturalmente dal terreno e sollevarsi in cielo in un battito d’ali poderoso, oppure il “Grande Fuoco”, un monumento in ceramica policroma alto quasi sei metri, collocato dietro piazza del Popolo, nella sua Faenza, città che ha installato anche, di fronte alla palestra di lotta libera, il “Monumento al lottatore” dove Sassi, abbandonando le adorate forme geometriche e totemiche, torna alla figura umana con un’opera che esprime tutta la forza e l’energia del movimento umano.
«SASSI è un artista consapevole delle potenzialità del suo mestiere, acquisito dai maestri che a Faenza hanno dato vita e vigore alla moderna ceramica d’autore del Novecento», dichiara Jadranka Bentini, direttrice del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, che presenterà il catalogo della mostra di Cesena e Cesenatico.
Suggestioni diverse che stanno nell’inquietudine delle sue sperimentazioni e che hanno fatto si che numerose città romagnole assecondassero il suo sforzo accogliendone le opere in luoghi pubblici anche “a rischio”, come aiuole non protette o rotonde poste in sedi stradali ad altissima percorrenza. Fra questi, una delle opere più grandi, posizionate a Bagnacavallo, nei giardini pubblici, è “La Grande Colonna” alta oltre dieci metri; ma a Ravenna la Camera di Commercio ha voluto nel cortile della propria sede una benaugurale “Stele della vita” di quattro metri, mentre di fronte al Museo Bargellini di Pieve di Cento è posizionato “Il grande obelisco”, in cui terra rossa grezza e lustro ceramico colorato creano contrasti che, con i raggi del sole, si vedono da lontano.
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