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La doppia vita di Cesare e Romano. Raggi e Mussolini in mostra

Notizia pubblicata il 10 marzo 2009



Categoria notizia : Eventi


UN PERCORSO fra paesaggi, case, persone, ma soprattutto un percorso dentro se stesso: questo è ciò che comunicano le belle fotografie di Cesare Raggi esposte fino al 29 marzo nel foyer del teatro Fabbri.

Per 50 anni Raggi (1926- 2004) si è dedicato a livello amatoriale alla fotografia e lo ha fatto con grande sensibilità, raffinatezza e precisione. Fra i molti scatti, Cesare selezionava con meticolosità solo le immagini che giudicava artisticamente più riuscite e tali da destare maggiori emozioni.
IL BIANCOENERO era la sua tonalità preferita, pur non disdegnando il colore: molte foto sono state pubblicate su vari giornali per l’attenzione al taglio compositivo e all’eleganza dell’inquadratura. È stato tra i soci fondatori del Fotocineclub forlivese di cui, per 10 anni, è stato anche vicepresidente, poi ha fatto parte del gruppo fotografico ‘Alto Contrasto’ di Meldola. Le atmosfere delle foto, colme di poesia e anche di lieve malinconia, fissano in una magia unica ed irripetibile quell’attimo fuggente che Cesare ha voluto bloccare tenedo conto della luce e della chiarezza della visione. Foto di zingari, anziani, senza tetto, di casolari si alternano con i mercatini di Portobello, scene di pellegrini che riposano sulle panche o quella di ambiente marino.

Eccoci invece alla mostra di Luca Piccinini: appesi alle pareti (fino al 21 marzo) de ‘La Cantinaza’ di Castrocaro i disegni, gli oli e le incisioni dichiarano esperienza e sensibilità Ma quel che colpisce nella maggior parte dei quadri è un’atmosfera di attesa, come se dalle porte o dalle finestre, che si aprono sul paesaggio, dovesse apparire qualcuno o qualcosa ad interrompere e modificare la staticità dell’immagine. L’impianto figurativo, così definito nei particolari, può ricordare la pittura del ‘400 ma anche tanti autori contemporanei, non ultimi, come suggerisce Gilberto Giorgetti, anche Casorati e De Chirico. Particolare attenzione merita la grande opera ‘ A scuola di musica ’ in cui la calda atmosfera rossastra che avvolge pareti e personaggi comunica calore e ambiente familiare.
INFINE C’È la mostra di Romano Mussolini: «Non intendo trasmettere messaggi sociali (se ce ne sono), mi basta che la gente possa dire che i miei dipinti sono belli da vedere», con queste parole Romano (1927-2006) definiva i suoi quadri, tanti quadri che nel corso degli anni hanno occupato, assieme al jazz, la sua vita. Una scelta di queste opere è esposta, fino a giovedì, nella sala mostre Galassi della casa di Riposo Zangheri (via Andrelini 5, orario: 10-12, 15.30-18): accanto ai clown, si possono ammirare paesaggi, case (fra cui Villa Carpena), ambienti marini, nature morte e molti cavalli. Il linguaggio è figurativo e realizzato con pulizia formale, ma ciò che emerge con particolare enfasi è il colore, vivace e lirico.

foto by http://www.flickr.com/photos/