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Il pranzo è servito sulla tavola d’artista all' accademia di Belle Arti di Bologna

Notizia pubblicata il 23 luglio 2009



Categoria notizia : Cultura


IL PRANZO È SERVITO nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Oggi, alle 18.30 si inaugura la mostra Il cibo in posa.

Dipinti in Emilia tra ’600 e ’700 a cura di Eleonora Frattarolo e promossa dall’ Accademia di Belle Arti e dal Comune. La mostra è un omaggio ai pittori emiliani che a cavallo tra Seicento e Settecento si dedicarono alla natura morta, genere d’arte denigrato, ma in grado di emozionare quanto le opere figurative. Ogni quadro è fortemente materico, il cibo viene ostentato, esibito e non sembra essere privo di vita. Al contrario il cibo ‘prende vita’ proprio davanti ai nostri occhi, ed è quasi possibile percepirne i sapori e gli odori.
LA MOSTRA si apre con un raro dipinto attribuito a Paolo Antonio Barbieri, fratello del Guercino, dal titolo Verza, frutta carne e vaso di ciliegie, molto vicino, per lo stile e per il tema trattato, alla pittura giovanile di Antonio Carracci, che raffigurò in un suo celebre quadro l’interno di una macelleria. Con uno sguardo probabilmente agli artisti d’Oltralpe, i pittori emiliani mettono in scena uno spaccato di vita quotidiana, reale e molto caratteristico. Da una parte troviamo i banchetti sfarzosi e aristocratici dipinti da Pier Francesco Cittadini, come in Frutta, fiori e dolci con due cani ed un giovane, che rappresenta un vero omaggio alla cultura della dispensa e della ricchezza gastronomica.

Dall’altra, scenari più modesti, come nell’opera Pani, formaggi e salumi, realizzato da un pittore emiliano sconosciuto, che ritrae cibi popolani, circondati da elementi più rustici e dozzinali, niente calici o cibi succulenti, protagonisti invece dell’opera Cristalli, carte da gioco, biscotti e anguria di Cristoforo Munari. «A differenza dell’arte del Nord Europa o dei quadri della scuola Napoletana — sottolinea la curatrice — gli artisti emiliani non usano elementi simbolici, ma i loro quadri sono più che altro un’allegoria, un omaggio alla cultura agricola, semplicemente uno spaccato di vita quotidiana. Oltre all’agricoltura, anche la caccia e la pesca acquistano un ruolo di primo piano all’interno di queste opere. Gli animali ritratti sono spesso quelli domestici, come cani e gatti, appartenuti proprio ai committenti delle opere».

INOLTRE questi quadri sono una testimonianza forte delle tradizioni del nostro passato che ormai sono solo un ricordo. «L’opera dell’Artioli per esempio è dedicata ai prodotti tipici della nostra zona, come il pane ferrarese così com’era in pieno Settecento e la saporita ‘coppa d’estate’. Spesso queste opere sono anche il messaggio forte di una cultura agricola che è scomparsa dalle nostre tavole. Molti dei prodotti ritratti sono ortaggi e frutta che non sono più coltivati o sono ormai rarissimi». Luciano Sita, neo assessore al Patrimonio artistico e culturale mette in evidenza che «Bologna rappresenta il luogo ideale per una mostra dedicata al cibo perché si lega perfettamente con la storia e la cultura della città».

E per ribadire questo legame, il capoluogo emiliano, probabilmente, farà da sfondo ad un’altra mostra dedicata al cibo, ma questa volta in rapporto all’arte contemporanea e al suo legame con il mondo dell’incoscio e dell’immaginario. «Questa mostra riscatta quindi il genere pittorico della natura morta — sottolinea Eugenio Riccòmini, uno dei maggiori conoscitori dell’arte del Cittadini — perché si compone di opere di grande valore artistico che possono benissimo competere con la pittura napoletana ed anche con quella figurativa dei più rinomati artisti emiliani attivi nello stesso periodo.»

Info: la mostra resterà aperta fino al 1 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 18, tranne il lunedì e
il 15 Agosto.

foto by http://www.flickr.com/photos/febs/