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Forlì riscopre l’energica pittura di Augusto Dirani

Notizia pubblicata il 27 febbraio 2009



Categoria notizia : Cultura


DUE SEDI espositive forlivesi ospiteranno da domani circa duecento opere del pittore Augusto Antonio Dirani (1897-1983): una è il palazzo Albertini in piazza Saffi, l’altra il palazzo del Monte di Pietà in corso Garibaldi 45.

La retrospettiva, curata da Silvia Arfelli e realizzata dal Comune di Forlì in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, rende finalmente onore ad un artista rimasto per troppo tempo in ombra.

Eppure fu un pittore dalla forte tempra, assai attivo nella prima metà del secolo scorso, tanto da essere invitato, nel 1926, a partecipare alla quindicesima Biennale d’arte di Venezia.

Fra 758 concorrenti, solo 217 furono ammessi ad esporre alla importante rassegna e fra questi, assieme ad Augusto Dirani, figuravano i nomi di Filippo De Pisis, Michele Cascella, Fausto Pirandello e Mario Tozzi. «L’opera di Dirani ricevette elogi dalla critica, ma la Biennale non si trasformò in un trampolino di lancio, com’era auspicabile pensare —spiega Silvia Arfelli— Il dipinto dell’esposizione veneziana dal titolo “Tenerezze” (nella foto) è un quadro familiare dedicato agli affetti domestici».

L’ESPERIENZA veneziana fu, per il pittore, assai interessante anche perché potè visitare mostre assai significative. Nato a Forlì da una famiglia di agiate condizioni economiche, Dirani dimostrò fin da piccolo una grande sensibilità per la pittura. Dopo aver conseguito la licenza tecnica, si diplomò nel 1920 all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, poi si trasferì a Roma dove frequentò l’Accademia di Belle Arti. Era la Roma dei “Valori Plastici”, ricca di stimoli per il pittore forlivese affascinato dalle opere di Scipione e di Francalancia e soprattutto dall’intimismo di Armando Spadini.

Ricordata l’esperienza del Cenacolo Artistico Forlivese, va detto che motivi familiari e di lavoro condussero poi l’artista a partire, nel 1929, per l’Argentina chiamato dal padre, emigrato in quel paese. Vi rimase due anni, assai produttivi nella sua storia artistica.

Tornato in Italia, rimase definitivamente a Forlì dove continuò a dipingere, ma in modo riservato, senza mai voler esporre le sue opere.

foto by http://flickr.com/photos/poluz/