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L'arte Di creare cose inutili arriva un elogio della futilità

Notizia pubblicata il 08 febbraio 2010



Categoria notizia : Eventi


Qualcosa va detto preliminarmente: quello che leggerete in queste righe è assolutamente inutile. È già una notizia, in un mondo sempre più abitato dalla Certezza, dall'Infallibilità, dall'Indimenticabile e dallo Straordinario.

A sentire il bisogno di una nuova leggerezza, persino di un elogio del dubbio, è l'ambiente dell'Arte: da sabato e fino al 24 febbraio, ventidue giovani esponenti dell'Avanguardia artistica di Bologna, espongono alla galleria PivArte (via Azzo Cardino 8) le loro “inutilità”. È forse il manifesto di una nuova corrente artistica che intende mettere in discussione il bisogno di ordinare in categorie anche (e persino) la creatività.

I loro nomi: Stefano “Puff” Aspiranti, Susanna De Paolis, Liviana Di Francesco, Susanna “Sciandra” Berardi, Roberta Giorgini, Giorgio Granozio, Luca Guenzi, Silla Guerrini, Luciano Leonbruni, Barbara Marangoni, Federica Mazzoni, Lorena Menzani, Stefano Moritz, Roberta Parmeggiani, Salvatore Pellitteri, Emanuela Pepe, Marco Rendina, Elisabetta Reti, Enzo Sbarra, Maurizio “Sparo” Sapori, Stefania Ugolini e Cristian Vitrano (in ordine alfabetico).

Hanno presentato la loro mostra vestendo rigorosamente una mascherina non per nascondere qualcosa ma “per puro gioco, quello di non prendersi sul serio con l'intenzione di essere sinceri in un mondo che non riesce più a esserlo. O almeno ci proviamo”.

La consapevolezza dell'Inutilità si traduce in installazioni curiose, che hanno il pregio di indurre alla riflessione, alla perduta autoironia, forse nel tentativo di ritrovare il giusto equilibrio tra le cose importanti e quelle futili della nostra vita. Installazioni meccaniche che producono l'aria fritta (La Boriosa), o che fanno i buchi nell'acqua (Super-flua); oggetti (come occhiali che portano a diverse visioni della vita) e strumenti di espressione (parole e tecnologie) fino anche a riti (come il matrimonio).

A questo proposito, la performance di Roberta Berardi detta Sciandra dal titolo “MAche- RITO Inutileha acceso infatti i riflettori sulla mostra. Si è trattato di un recital “per sola moglie” , l'avverarsi di un sogno infantile, indossare l'abito da sposa. Un paggetto ha portato la fede, “Sciandra” se l'è messa al ”dito, ha poi lanciato il bouquet di fiori, offerto i confetti, raccolto gridolini di gioia... L'aspetto artistico di un rito consumato senza il rischio di difficili convivenze.

Un evento artistico a sorpresa è previsto ogni sabato.