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Il Meraviglioso e la Scienza Le collezioni dell'Università di Ferrara

Notizia pubblicata il 08 febbraio 2010



Categoria notizia : Cultura


FERRARA. "Il meraviglioso e la scienza". E' questo il titolo della mostra che sarà presentata oggi alle 16.30 a Palazzo Trotti Mosti (corso Ercole I D'Este, 37), a cui seguirà l'inaugurazione a Palazzo Turchi di Bagno (corso Ercole I° d'Este, 32).

"Già il titolo - afferma Benedetto Sala, delegato per i Musei - indica come gli oggetti scelti per la mostra inducano stupore". La mostra, visitabile fino a venerdì 26 marzo (dal lunedì al venerdì ore 9-18), raccoglie diverse collezioni dell'Università di Ferrara ed è organizzata per la terza volta in collaborazione con i Lions Club di Ferrara: Ferrara Host, Codigoro, Copparo, Santa Maria Maddalena Alto Polesine, Ferrara Europa, Ferrara Poggio Renatico, Ferrara Estense, Porto Maggiore San Giorgio, Ferrara Diamanti, Ferrara Ercole I D'Este.
La Collezione In strumentaria delle Scienze Fisiche è rappresentata da una macchina elettrostatica di tipo Ramsden, risalente all'inizio del XIX secolo. Queste macchine, primi apparati capaci di produrre "elettricità" sono stati ideati alla fine del XVII secolo ed erano originariamente usate solo per creare meravigliosi effetti con cui stupire il pubblico. In seguito, perfezionate, hanno contribuito ad importanti scoperte.
Dalle collezioni del Museo Anatomico "Giovanni Tumiati" provengono due crani frenologici. La frenologia era una pseudoscienza, fondata alla fine del XIX secolo in base alla quale sarebbe stato possibile definire le qualità psicologiche di una persona esaminando la conformazione del suo cranio.
Le collezioni di Botanica offrono esempi di gigantismo e nanismo. Una curiosità è data dai semi del carrubo, un tempo usati come unità di misura del peso delle pietre preziose o del titolo dell'oro, il carato. Dalle collezioni del Museo di Paleontologia e Preistoria "Piero Leonardi" alcuni esempi di ciò che le nuove scoperte raccontano sulla storia dell'uomo. L'ultima in ordine di tempo è quella di Ardipithecus ramidus, il progenitore di Australopithecus, bipede "facoltativo", poteva cioè muoversi sia nel terreno che sugli alberi, grazie a un alluce prensile opponibile. Di questa specie non sono ancora disponibili i calchi dei resti scheletrici perché la scoperta è molto recente.