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Perduta, ambigua fatale: ecco la donna da 'Bella Epoque'

Notizia pubblicata il 14 maggio 2008



Categoria notizia : Cultura


DONNE fatali, donne affascinanti, donne perdute, donne ambigue. Comunque donne. Sono loro le protagoniste di un'epoca definita «bella» per antonomasia e di un'intrigante mostra a Palazzo Roverella a Rovigo fino al 13 luglio (« Belle Epoque», appunto).

Sotto i riflettori venti anni d'arte e di vita. Tempi accelerati, ritmi più frenetici, città  che diventano metropoli e un'arte che segna queste novità , che nasce e si incontra sotto la Tour Eiffel. In tanti dall'Italia e dalle sue varie e diverse terre partono per la Ville Lumiere, carichi di sogni e bramosi di vivere, conoscere, dipingere questi nuovi tempi. Belli e dannati. Ed é proprio la donna il fulcro e l'ispirazione di tutti.

Una donna che cambia in un mondo che si trasforma. Una donna che ama la vita mondana, che frequenta i luoghi pubblici, che ostenta eleganza e sicurezza. Moderna, contraddittoria, affascinante e attuale. Ed é una donna la curatrice della mostra. Francesca Cagianelli che, insieme al marito Dario Matteoni, ha voluto indagare e mostrare proprio la realtà  di queste colonie di artisti italiani a Parigi. Sono toscani, emiliani, piemontesi, lombardi, meridionali che, tra il 1880 e il 1915, vengono a respirare l'aria di Parigi: qui soggiornano, qui espongono, qui tentanto la fortuna.(nelle foto opere di Zandomeneghi -sopra- e Grosso)

Donna protagonista incontrastata. Dell'arte e della vita. Belle Epoque, un'età  al femminile? «Si tratta di una donna molto contraddittoria. E il percorso della mostra segue, nel dipanarsi delle sezioni, i diversi temi trattati. Apriamo con il ritratto che costituisce crisma e ufficialità  di queste tipologie femminili per chiudere con gli interni di vita dove la situazione si complica perché si mostra una tipologia di donna che esula dall'ufficialità  come la morfinomane. Poi c'é il tempo ridotto della Belle epoque: tempi accelerati, veglioni, ritmi moderni nei quali si consuma il trapasso al futurismo».

Il filo rosso da seguire nella mostra?
«Dalla 'Morfinomane' di Vittorio Corcos, ai ritratti di Boldini e De Nittis. Poi le due opere Plinio Nomellini: un capolavoro come 'La donna del mare' e il 'Ritratto di signora', un'opera mai eposta dalla Galleria d'arte Moderna di Genova. Di Amedeo Bocchi, di Parma, sono presenti due dipinti straordinari: 'Fior di loto' e 'Fanciulla in viola'».

Belle epoque lontana e vicina ai nostri tempi?
«Il parallelo é nel fatto di essere una fase di non ritorno. E' attuale l'idea che la donna, da creatura unilaterale, da abitante del salotto, interprete di un unico ruolo sociale, diventi una donna a tutto tondo: versartile, contraddittoria, ambigua. Si svelano le sue molte anime, si segna la fuorisucita da un cliche unico per approdare tanti ruoli fino alla possibile negazione di sè».

(foto di http://www.flickr.com/photos/por_minha_lente)