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Lavoratori di tutto il mondo, ridete. Il nuovo spettacolo dell'attore e regista debutta all'Herberia

Notizia pubblicata il 18 settembre 2007



Categoria notizia : Spettacoli


« QUESTO è un posto straordinario, che ho già avuto modo di vedere e conoscere. C'è alla Corte Ospitale una speciale magia, da cui possono partire progetti importanti», dice Moni Ovadia, da dieci giorni in residenza all'Ospitale di Rubiera in prova per l'allestimento del suo nuovo spettacolo.

"LA BELLA UTOPIA - Lavoratori di tutto il mondo ridete", nuovo lavoro di Ovadia, debutterà al teatro Herberia di Rubiera (info 0522/ 621133) in anteprima nazionale lunedì 24 settembre. Il debutto sarà due giorni dopo, il 26 settembre, al Teatro Strehler di Milano. L'allestimento - una coproduzione Promo Music - La Corte Ospitale, prosegue la collaborazione tra il centro rubierese e l'attore, autore e regista, diventato produttore, insieme a Promo Music, dei suoi due ultimi spettacoli: "Il compagno Rabinovich", presentato in anteprima a Rubiera nel giugno 2007, e ora "La bella utopia".

Moni Ovadia

LO SPETTACOLO racconta il mito disilluso del comunismo. Canzoni, musiche, memorie, tracce poetiche, confessioni, icone, immagini che schizzano la memoria di quello stato perduto che era l'Unione Sovietica, una nazione popolata da donne e uomini che in quel tempo e in quello spazio vissero, morirono, amarono, soffrirono, gioirono e sperarono e che da quello stato vennero ingannati, traditi nelle loro convinzioni più profonde.

«MI INTERESSANO gli uomini, ho una vera passione per gli sconfitti e i diseredati, perché sono le vittime che fanno la storia»,- afferma Moni Ovadia - E gli ebrei russi, sia come intellighenzia che come proletariato, svolsero un ruolo di primissimo piano nelle rivoluzioni russe, sia in quella fallita del 1905, sia in quella vittoriosa del 1917. Gli antisemiti anticomunisti, i fascisti e i nazisti di ogni risma videro negli ebrei tout court gli untori di ogni processo rivoluzionario comunista, ma gli ebrei comunisti furono fra le vittime dello stalinismo i più atrocemente traditi».

«' UNIONE Sovietica - prosegue Ovadia - era stato il primo, fra tutti i paesi del mondo, a dichiarare l'antisemitismo crimine contro lo stato, ma Stalin negli ultimi anni della sua dittatura, alla fine degli anni '40, scatenò una vera e propria campagna antisemita che culminò con il progetto di deportare tutti gli ebrei nel Birobigian, ai confini con la Cina, un vasto gulag cinicamente travestito da repubblica sovietica ebraica».