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Mogol parla di Lucio Battisti nel giorno dell'uscita del Cd con il cantautore italiano

Notizia pubblicata il 06 novembre 2009



Categoria notizia : Musica


Pensieri e parole ma anche segreti. Piccoli ma che raccontati da chi li ha vissuti, scritti in rima e declinati in musica a un signore che di nome fa Lucio e cognome Battisti, diventano grandi. Immortali. Come l'autore Mogol. Che vive l'ennesima vigilia («È sempre emozionante», dice mentre dall'altra parte della cornetta squillano altri telefoni), di un doppio cd (da oggi in tutti i negozi, ndr), che racconta il sodalizio tra i due: interprete e paroliere. Anzi, il paroliere. Con quell'articolo (il) che determina un brand tutto italiano.

I segreti di Lucio, insomma. Mogol, dove eravamo rimasti? «... Ah sì - sorride Giulio Rapetti - all'antologia che esce oggi sul percorso artistico e umano...». E' soprattutto musicale con Battisti. «Già», sentenzia Mogol. Un doppio cofanetto, dunque, 33 brani e altrettante storie italiane e non solo. Con un “papello”, da non dimenticare e leggere con molta attenzione. Un libriccino di quei segreti (de)scritti nelle canzoni di Mogol.
«Macchè segreti - ammette Mogol - storie di tutti noi». Che detta così suona già come un titolo o una strofa di una canzone. «Sono comunque davvero tanti, troppi - continua - gli aneddoti delle canzoni di Lucio. Che potrei annoiare qualcuno ». Sinceramente umile. Ma il paroliere di Battisti alla domanda: “Mogol, il primo segreto che le viene in mente?” aziona il motore di ricerca, il suo personale e prima di svelarlo inizia a sorridere.
Quasi che a ricordarlo di nuovo rivivesse quella sensazione davvero bella. «Altrochè», dice.
Pensieri e Parole, stavolta la canzone. E quella strofa: che ne sai di un viaggio in Inghilterra, quel che darei, che ne sai di un amore israleita perchè negli altri ritrovassi gli occhi miei di due occhi sbarrati che mi han detto bugiardo è finita.
Tradotta: «...Avevo diciotto anni, stavo in Inghilterra in un casa famiglia con due persone anziane ebree ma molto sensibili - spiega Mogol - Mi vedevano sempre triste e allora un giorno mi portano in un circolo ebraico con una sola raccomandazione: “non parlare mai”». Poi? «Poi, si avvicina una bellissima ragazza israelita che mi dice: mi chiamo Sharon vuoi fidanzarti
con me?». E lei? «Mi è passata la tristezza fino a quando qualche giorno dopo c'era una festa e io le chiesi... Ma che festa è?...». E Sharon? «Capì che ero italiano e anche un bugiardo
». E quella bugia è diventata “Pensieri e Parole”.