Con le mondine alla conquista d'Europa. L'ultimo cd dei Modena City Ramblers
Notizia pubblicata il 12 febbraio 2008
Categoria notizia : Spettacoli
PER ESSERE un gruppo nato con un nome e una 'terra del cuore' stranieri, l'assalto al mercato estero arriva anche troppo tardi. Ma almeno é arrivato: l'ultimo cd dei Modena City Ramblers disponibile da qualche giorno nei negozi, intitolato semplicemente Bella Ciao, é nato appositamente per un mercato d'oltre confine, quello in cui gli irlandesi di Modena finora erano presenti soltanto con i concerti.
Mescal lo ha presentato a Groningen, in Olanda, e ora lo pubblicherà in tutto il mondo, cominciando con Germania, Olanda, Belgio, Francia, Austria, Lussemburgo e Svizzera dove già é in programma un tour corposo. La scaletta del disco non poteva che risentire di questa scelta di campo: 13 brani incisi allo studio Bunker di Rubiera (Reggio Emilia), sotto la produzione artistica di Terry Woods, storico componente dei Pogues a cui i Ramblers si sono sempre ispirati.
LA MAGGIOR parte dei brani é comunque in italiano, ma qualche versione c'é stata, come nel caso di Ebony e Music of the Time, trasposte dallo stesso Woods. I due inediti sono la Bella Ciao originale, quella delle mondine (Mondina's Bella Ciao) per l'ugola d'oro di Betty Vezzani e il traditional americano-irlandese Roisin the Bow, su cui si esalta il graffio della nuova voce maschile del gruppo, Davide 'Dudu' Morandi, che da un paio d'anni ha preso il posto del cantante storico Cisco Bellotti. Proprio a Morandi abbiamo chiesto di raccontarci come é nata questa avventura, dedicata anche ad un Rambler recentemente scomparso.
Qual é il senso di un'operazione del genere per voi?
«L'idea é che questo disco sia un biglietto da visita per l'estero, che ci consenta di dare una continuità ad esperienze che in passato abbiamo fatto spesso dal vivo, ma senza il sostegno nei negozi stranieri della presenza dei nostri dischi. Così ogni volta bisognava ripartire da capo, per farsi invitare a un festival. Adesso chi ci ascolta fuori dall'Italia, se lo vorrà , poi potrà comprarsi il cd».
Però i brani in inglese sono pochi.
«E' una scelta del produttore, e penso che abbia ragione. In questo modo manteniamo comunque la nostra identità ».
Come é stato lavorare con Woods?
«Come può essere conoscere un proprio mito. Lui poi ha un atteggiamento molto rilassato, sul lavoro. Questo é un disco molto diverso da Dopo il lungo inverno anche per questo motivo, é un disco dal suono meno pulito, con un po' di polvere, ruvido, ma più fedele alla nostra dimensione live».
Dopo aver inciso i pezzi, un incidente stradale si é portato via Luca Giacometti, componente storico del gruppo. Gli avete dedicato il disco e avete scelto una foto in cui compare anche lui.
«Ci é sembrata una cosa molto naturale, oltre che giusta. Perchè lui ha suonato nel disco, e perchè anche adesso che non c'é più, lui fa parte più che mai della nostra famiglia». Â
(foto by Bmaas)