Sfida e liti su chi spegne per ultimo la notte
Notizia pubblicata il 03 agosto 2007
Categoria notizia : Turismo
MILANO MARITTIMA - La più modaiola è quella che chiude per prima. Il silenzio cala al trentesimo minuto dopo la mezzanotte su Milano Marittima. Locali aperti, stereo spenti. Lo impone un' ordinanza del sindaco. Fino a quel momento gli affollatissimi street bar sparano decibel in mezzo ai viali Gramsci e Romagna, quelli dello struscio.
Una Babilonia di techno e underground, martellante e assordante. Poi, di colpo, tutto tace. I ragazzi, anche diecimila nei fine settimana, quasi increduli, si domandano: «E adesso dove andiamo?». Risposta non semplice. Gli stabilimenti sono chiusi già dal tramonto. O si entra in discoteca o si va in macchina verso altri lidi. Lo fanno in tanti, a nord o a sud, lungo l' Adriatica. Pendolari del divertimento. Non è facile orientarsi in riviera, però. Gli orologi della notte non sono sincronizzati. Ogni località, un' ordinanza diversa. Rimini spegne la musica all' una, concedendo una deroga ad alcuni locali fino alle due. Marina di Ravenna chiude gli stabilimenti a mezzanotte e tiene aperti gli street bar fino alle quattro. Impianti stereo da usare con moderazione, altrimenti fioccano multe da oltre mille euro. E' già successo. A Riccione si balla in spiaggia fino alle quattro, ma dopo le due sono previsti limiti per la musica. A inizio estate il sindaco ha fatto chiudere i nove discobar concentrati nella zona del Marano, al confine con Rimini, a causa degli schiamazzi. «Una lezione», ha sentenziato Daniele Imola. Ma la «punizione» non è servita a moderare gli eccessi. A Cesenatico la situazione è simile. La differenza la fa il Comune. Gestendo, se pur indirettamente, un locale sulla spiaggia, il frequentatissimo Batija, di fatto ha inaugurato la stagione della tolleranza ai decibel di troppo. Persino a Bellaria, meta per famiglie, si danza sulla sabbia, al Beky bay, fino alle prime luci dell' alba. In questo bailamme di orari, c' è chi storce il naso. A Milano Marittima non ci stanno al primato delle notti corte. «L' amministrazione comunale sta regalando il pubblico giovanile alla concorrenza di Marina di Ravenna, Riccione e Cesenatico», polemizza Nicola Cenni, proprietario del Van Quish, street bar di fronte alla discoteca Pineta. In primavera i gestori avevano tentato una serrata per protestare contro «l' intransigenza della giunta», preoccupata da ubriachi e risse. Risultato? Il sindaco, sostenuto dalle altre categorie economiche, ha tirato dritto con i divieti. «Adesso i commercianti sono pentiti», insiste Cenni, costretto a licenziare alcuni dei 35 dipendenti assunti a inizio estate. «Si lavora meno», si giustifica. Allo Zouk Santana, lì accanto, la protesta non cambia. «Il risultato? Quando sono ubriachi, i giovani sono costretti a mettersi al volante», sostiene sarcastico il titolare. Il timore diffuso è che il prossimo anno scelgano altre località. Non tutti però sembrano disprezzare la novità: «Certo, a questo silenzio non siamo abituati. Tornerò comunque a Milano Marittima», argomenta Marco, ingegnere di Bologna, rimasto a passeggio con gli amici in viale Gramsci. Fa parte di una minoranza. I ragazzi, in effetti, spenti gli stereo, si diradano. All' una di notte inizia l' esodo. Lungo l' Adriatica, durante i week-end, la viabilità è quasi sempre alla paralisi. Marina di Ravenna dista 30 chilometri, Rimini 25. La meta più vicina è Cesenatico. Parcheggiare è un' impresa, non impossibile per i fautori della notte lunga. Passeggiando lungo i vicoli del molo di levante sembra di stare in discoteca, nei bagni pure. Decine di locali aperti, migliaia di ragazzi che ballano in strada e sulla sabbia. Chi sceglie la zona del porto di Rimini non trova troppa differenza. I discopub del lungomare, dal Coconuts al The Barge, sono tornati ad essere affollatissimi, anche dopo le due di notte. Al Rockisland, in fondo alla palata, c' è ancora una lunga fila all' ingresso alle tre. A Riccione la notte continua a durare fino alle quattro, e anche oltre. Impossibile contare quanti giovani ci vengono ogni sera, certamente qualche decina di migliaia. Una folla notturna destinata a riaccendere le polemiche. Proprio accanto ai locali, nelle prossime stagioni dovrebbe essere inaugurato il villaggio turistico più grande dell' Adriatico, Futurismo, capace di ospitare fino a ottocento clienti. Non sarà facile convincere tutti a non chiudere occhio fino all' alba. L' altro modello sotto accusa è quello di Marina di Ravenna, a causa degli alcolici happy hour nei bagni e del fracasso degli street bar, in via delle Nazioni. L' amministrazione ha promesso più severità nel far rispettare l' ordinanza comunale, ma se ne parlerà durante l' inverno. Nel frattempo, per gli scontenti di Milano Marittima le porte della notte restano spalancate.
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