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Il San Bartolo monte di storia

Notizia pubblicata il 21 agosto 2009



Categoria notizia : Cultura


CONTINUA la generosità e l’affetto dei pesaresi verso l’Ente Parco San Bartolo. Dopo la nuova specie di libellula (unico esemplare al mondo), e il pesciolino con gigantismo osseo eccezionale (testimone dei grandi cambiamenti climatici del passato), al piccolo ma prezioso Museo Paleontologico del Parco San Bartolo è arrivata una nuova ed importante donazione.

Si tratta di un prezioso fossile di ostrica bivalve (ascrivibile alla famiglia: Ostreidae) ancora in buono stato di conservazione e delle considerevoli dimensioni di circa 15 centimetri. Il fossile è stato ceduto all’Ente Parco da Vittorio Strapazzini, che lo ha ritrovato anni fa all’interno del suo terreno, nell’area protetta. Ad oggi, è l’unico esemplare del genere trovato sul San Bartolo.

«Sarà importante studiare il luogo in cui è stato scoperto — afferma la professoressa Nicoletta Bedosti, direttrice del Museo Paleontologico del Parco — per comprendere se si tratti di un terreno autoctono, nel qual caso dovrebbero trovarsi altri esemplari simili, e si potrà così datare meglio il reperto, che potrebbe risalire al Miocene ( circa 6 milioni di anni fa)».

Felicissimo il presidente del Parco Luca Acacia Scarpetti, che vede di giorno in giorno una crescente partecipazione della comunità rispetto all’attività svolta. «Il Parco si è impegnato per rendere fruibile la bellezza di questi esemplari rari e preziosi — ha detto orgoglioso Acacia Scarpetti — anche dal punto di vista scientifico. Continueremo a farlo sostenendo anche la prossima campagna di scavi che si effettuerà a primavera presso il giacimento del Monte Castellaro, in collaborazione con l’Università di Urbino (prof. Rodolfo Coccioni) e di Pisa (prof. Walter Landini), previa autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali che si sta attivando per la concessione».

Oltre all’ostrica altri nuovi fossili si sono aggiunti di recente. «Grazie alla collezione Gentilini — riprende la professoressa Bedosti — abbiamo ora anche rarissimi esemplari di insetti, in perfetto stato di conservazione nonostante la loro età, circa 6 milioni di anni; si tratta di insetti appartenenti all’ordine dei Diptera (mosche), degli Himenoptera (api e vespe) e Odonati (libellule). Altri fossili potranno incrementare la collezione con i nuovi scavi di primavera». Per chi volesse visitare il museo, anche ad agosto le sale resteranno aperte tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 22.00. Si possono prenotare visite guidate al n. 0721 400858 o al 348/3572204.

foto by http://www.flickr.com/photos/aldoaldoz/