Maurizio Stecca Selezionatore Nazionale Azzurra Juniores
Notizia pubblicata il 30 dicembre 2008
Categoria notizia : Sport
NEL 1984 Maurizio Stecca di questa stagione si preparava all’esordio da professionista. Uscito trionfatore da una Olimpiade fantastica, appianato il problema tra i due clan (Agostino e Bianchini) che vantavano opzioni su di lui, “Icio” si allenava agli ordini di Elio Guelfi nella sua Rimini senza sapere che quei cinque anni in cui stava mettendo piede sarebbero stati i più importanti della storia pugilistica romagnolo.
Oggi Stecca è il selezionatore della nazionale azzurra juniores e ci regala volentieri a fine anno una sua riflessioni, tra l’oggi e un ieri irripetibile. «Certamente va considerato eccezionale per la Romagna — dice l’olimpionico di Los Angeles — il periodo che va dal 1985 al 1991. Avevamo mio fratello Loris che aveva vinto e poi perduto il titolo mondiale, ma era comunque in cima alle classifiche internazionali e nel 1989 io, Valerio Nati e Francesco Damiani ci trovammo tutti campioni del mondo. Allora Rimini, ma in generale la nostra terra, costituiva un polo pugilistico di rilievo internazionale e il grande manager Umberto Branchini investiva volentieri dalle nostre parti».
Non è più realizzabile una situazione del genere? Eppure, la tessera da professionisti in Romagna la ‘staccano’ ancora…
«Credo che non sia più ripetibile quell’epoca per il fatto che allora sia sponsor che televisioni prestavano a noi la massima attenzione. Oggi guardano altrove, soprattutto l’ente televisivo che invece in Germania fa la fortuna di un pugilato che non ha neanche lontanamente alle spalle un passato come il nostro. Là ogni riunione anche con in palio un ‘titoletto’ fa il tutto esaurito. Io credo che con una situazione economica diversa in Romagna si riuscirebbero a tornare importanti».
Cosa ci dobbiamo aspettare allora da questo ‘povero’ professionismo romagnolo?
«Direi ancora molte soddisfazioni. In fin dei conti nella nostra terra combatte la migliore pugilatrice del mondo ‘pound four pound’ e cioè Simona Galassi. ‘Simo’ non è più una ragazzina, ma per altri due anni può veramente farci divertire. Alberto Servidei è stato campione d’Europa fino a pochi mesi fa. Ha portato avanti la tradizione dei gallo-piuma che era così forte da noi. Ora Alberto in campo internazionale rimane nelle zone alte come spetta, peraltro, ad un pugile imbattuto in 28match e vedremo cosa farà. Conosco bene, però, Matteo Signani e sono certo che si batterà ancora per avere un’altra opportunità. Poi ci sono i giovani. Credo molto in Luca Gordini di Ravenna, ha la boxe da vero prof. Mi piace Valbonesi di Forlì anche se fa poca attività. Segurini di Ravenna è un guerriero. Insomma, tra le corde romagnole non mancano vocazioni e le speranze. Mancano purtroppo i ‘baioc’»