Marlene Kuntz cerchiamo sempre nuove suggestioni
Notizia pubblicata il 13 settembre 2007
Categoria notizia : Turismo
I MARLENE KUNTZ sono il piatto forte del ricco menu della "Notte Bianca" di Ancona.
Quella capitanata da Cristiano Godano è una delle band italiane di rock alternativo più importanti, fin dai tempi del folgorante esordio, "Catartica" (1994). Il loro ultimo disco, "Uno", è appena uscito, ma sabato (ore 23.45) in piazza Roma non risuoneranno le note delle nuove canzoni.
"Non abbiamo avuto il tempo di provarle dal vivo -spiega Godano. Ma abbiamo sei dischi alle spalle, e di materiale ce n'è da scegliere".
"Uno" è opera molto "letteraria". Come sottotitolo c'è una frase di Nabokov ("Esiste solo un numero vero: Uno. E l'amore, a quanto pare, è l'esponente migliore di questa unicità") e nel libretto ogni brano è affiancato da ispirazioni, commenti e poesie di scrittori italiani.
Godano, come è nata l'idea?
"Da un suggerimento di un amico. Abbiamo invitato autori che amiamo, nostri amici, e spesso nostri fans, come Enrico Brizzi, Carlo Lucarelli, Stefano Benni e Tiziano Scarpa, a dare il loro contributo.
E' un modo per regalare suggestioni diverse. Ed anche un buon investimento, visto che ci sono due prodotti artistici in uno: disco e booklet".
Nel precedente disco citavate Gadda.
"
Sì, ho reinterpretato quel capolavoro del '900 che è 'La cognizione del dolore'. E' stata una cosa ardita, visto il linguaggio così personale di Gadda, ma alla fine persino la Fondazione a lui intitolata mi ha ringraziato e fatto i complimenti".
Anche i suoi testi originali sono ispirati alla letteratura?
"Tutto quello che un artista fa subisce l'influenza e la fascinazione di quello che ama, degli autori che sente affini a sé. E' una questione di 'mood'. Io ad esempio adoro Nabokov. E magari leggendo i miei testi lo si può intuire".
Ma i ragazzi colgono certi riferimenti?
" Non lo so, ma io non li butto dall'alto, non mi do arie da intellettuale. Comunque non è un problema, perché nulla impedisce di godere lo stesso della nostra musica".
E l'annosa diatriba sul valore poetico-letterario della forma canzone?
"Ci sono differenze tra una poesia e il testo di una canzone, ma a livello formale, non di contenuti. Sono ambiti diversi. Il poeta è più vario, più complesso e più libero di agire rispetto a un autore di canzoni".
Dal punto di vista musicale che tappa rappresenta 'Uno' nella vostra carriera?
"L'obiettivo che ci siamo posti è quello di seguire i nostri desideri, fare quello che ci piace fare, senza mezze misure.
Ci sono fans che restano spiazzati dai nostri cambiamenti, ma noi dobbiamo seguire la nostra ispirazione.
Non possiamo replicarci. Sì, la nostra musica sarà sempre un po' turbata, ma siamo stufi di essere attaccati perché in una canzone non ci sono chitarre distorte. Io amo anche la classica, De Andrè, Johnny Cash. Ho 40 anni, non posso fare musica per ragazzini in eterno".
foto by .alessandra