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Scoprire mercati all’estero per le botteghe dei ceramisti

Notizia pubblicata il 24 febbraio 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


CERAMICA artistica: domani sera il Comune presenterà il nuovo studio progettuale sul tema ‘Marketing per la ceramica faentina’, realizzato dalla società JFC di Faenza.

«Si tratta – afferma Stefano Collina, assessore alla ceramica e presidente dell’Associazione italiana città della ceramica (Aicc) – di un’attenta e completa analisi e raccolta di indicazioni del territorio e di interlocutori privilegiati all’esterno dell’area faentina, che porta a una dettagliata fase progettuale con importanti suggerimenti per lo sviluppo e gli scenari futuri del prodotto ceramico. Uno studio di cui si discuterà anche al tavolo della Conferenza economica comprensoriale in programma il prossimo 20 marzo». «Dobbiamo essere consapevoli — continua — di questo patrimonio, un patrimonio culturale che è la rappresentazione della nostra terra. Lo studio prodotto vuole essere un sostegno allo sviluppo del settore, che risente fortemente delle attuali condizioni economiche di difficoltà.

Uno studio per sviluppare le connessioni fra il turismo e la ceramica – aggiunge – con cui abbiamo voluto individuare nuove piste per lo sviluppo dell’artigianato artistico e vogliamo proporre nuove concrete opportunità alle aziende. Il tutto va comunque condiviso con gli operatori e le associazioni di categoria».

LA SOCIETÀ di consulenza per il turismo Jfc presenterà il suo lavoro appunto domani, alle 21 in Municipio nella sala Bigari. E i ceramisti non mancheranno a quest’appuntamento, anche se nella categoria serpeggia un diffuso scetticismo verso «l’ennesimo studio, che una volta presentato finirà dimenticato su uno scaffale».

«Mi aspetto indicazioni su nuovi mercati esteri – dice Jacopo Vitali, 33 anni uno fra i ceramisti faentini più giovani — ma non mi aspetto nulla di concreto. Le botteghe ceramiche, secondo lo studio Keramos appena pubblicato, sono mediamente formate da tre persone, fra titolari e dipendenti. Mi è difficile immaginare imprese piccole come le nostre, che spesso faticano a stare aperte, presentarsi su nuovi mercati esteri. Ci sarò sicuramente, ma non credo che diranno qualcosa di fattibile. Sarà un‘altro studio».

«Dobbiamo esserci — conferma un’altra ceramista — ma senza farci illusioni. In trent’anni di attività di studi e progetti ne abbiamo visti, uno degli ultimi l’Acta si è risolto in un marchio decaduto». Ovvero mai decollato, per mancanza di promozione; e sarebbe certamente stato meno dispendioso del lancio del marchio, tenere almeno aggiornata l’altro prodotto di quel quel progetto: la ‘vetrina delle botteghe’ su Internet; ma né l’Aicc né l’agenzia Polo ceramico, che coordinò Acta, hanno ritenuto di farlo. Più positivo Davide Servadei, della storica bottega Gatti, una fra le più grandi della città.

«Mi aspetto una fotografia della nostra realtà oggi — commenta — e qualcosa di nuovo, sono molto curioso e sicuro del fatto che questo lavoro ci offrirà nuovi spunti da cui partire».

foto by http://flickr.com/photos/padesig/