STEFANO BENNI IN COMPAGNIA DEI RAGAZZI DI ‘UN MARE DI LIBRI’ A RIMINI
Notizia pubblicata il 17 giugno 2014
Categoria notizia : Cultura
Luogo : Rimini
"Chi l’ha detto che oggi i ragazzi non leggono più? Dicono che la nuova generazione sia pigra, disinteressata e indolente, ma non è vero! Basta vedere questa sala gremita di giovani per rendersi conto che questa è una emerita bugia…". Così ha esordito Stefano Benni nella terza ed ultima giornata del Festival ‘Un Mare di Libri’, svoltosi nel centro storico di Rimini.
Intervistato, nella Sala dell’Arengo di Piazza Cavour, direttamente dai ragazzi del gruppo di lettura ‘Quelli del Baratta’ di Mantova coordinati da Simonetta Bitasi; l’autore di ‘Pantera’, ‘Margherita DolceVita’, ‘Baol’, ‘Terra’, si è prestato a rispondere alle domande dei giovani lettori curiosi di conoscere il cilindro dai cui pesca le sue idee.
In un clima di leggiadria e comicità, Stefano Benni ha raccontato in tono ironico aneddoti della sua vita: l’origine del suo soprannome "Il Lupo", affibbiatogli dai compagni d’infanzia, perché durante una notte a passeggio in aperta campagna e nella totale oscurità si mise a ululare insieme ai suoi cani e i vicini di casa lo riferirono alla madre che preoccupata lo portò dallo psicologo. Da allora tutti lo chiamano ‘Lupo Benni’, alcuni credendo che questo sia il suo vero nome.
"I soprannomi sono più espressivi, dipingono in poche parole il personaggio. Se dico che una persona si chiama ‘Tic’ perché ha dei tic, piuttosto che Alfredo, ho già dato un’immagine".
Ecco allora il piacere di soprannominare i protagonisti di Benni nei suoi libri. E poi l’alfabeto, l’etimologia delle parole, una lettera pescata e la chiave per saltare il tempo.
Ma anche tanta profondità quando si parla di solitudine. "La bugia più grande è l’affermazione da parte della pubblicità che la solitudine non esiste, che la solitudine è qualcosa di sbagliato per persone sbagliate, è solo un inganno per vendere strumenti tecnologici che non fanno che aumentare l’isolamento delle persone con il mondo", così ha sottolineato Benni nel commentare ciò che la società di oggi propina alle nuove generazioni. Lui che alla televisione, che definisce "una grande invenzione sprecata", preferisce il bar, come luogo dove si raccontano, si ascoltano e si scambiano le storie. Lui che non vuole diventare un monumento perché, citando una frase di Fabrizio De Andrè,"sui monumenti poi ci cagano i piccioni"…
Leggere è importante perché alimenta la fantasia e i pensieri, ma soprattutto è anche riconoscersi nelle parole degli altri, riempire e colorare il mondo di chi legge di creatività. "Non smettete mai di leggere, perché è l’istruzione il vero strumento per realizzare un qualsiasi cambiamento", ha concluso l’autore, intrattenendosi nel finale con i suoi lettori per qualche autografo.