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Duse, Paolini lancia l’sos per il teatro «Salviamolo»
Notizia pubblicata il 06 febbraio 2010
Categoria notizia : Spettacoli
La politica entra con la gamba tesa anche nella vicenda del Teatro Duse, una storia che si sta vergognosamente consumando e trascinando da ormai qualche anno e che in questi giorni vede il suo ennesimo stop, questa volta, non per beghe e fazioni di questa o quella parte, ma per le turbolenti dimissioni del sindaco Flavio Delbono e di tutta la sua giunta.
C’è voluto, allora, al suo debutto bolognese l’altra sera, Marco Paolini a riportare l’attenzione sulla possibile chiusura dello storico teatro di via Cartoleria, dopo che l’En - te teatrale italiano, anni fa con l’allora ministro Francesco Rutelli, ne ha deciso la dismissione. Proprio dal palco del Duse, prima di far cominciare lo spettacolo, l’a tt o re ha speso queste parole: «Bologna dieci anni fa era la città della cultura», nonostante ciò «lascia che a fine anno chiuda uno dei suoi teatri.
Una bella femmina, Bologna, l’ho sempre considerata così, ma gli attributi... Dove sono gli attributi? Avrei potuto scegliere un’altra sala, i teatri li amo tutti, ma sono qui perché mi piace questo teatro, mi piace la gente di questo teatro», ha chiuso prima di aprire il sipario su La macchina del capo. Il primo a rallegrarsi di quelle parole è stato il direttore del Duse, Marco Montanari, a capo di una squadra di una trentina di dipendenti che da anni rischiano il posto di lavoro: «Per me è stata u n’emozione forte, so che Paolini è molto affezionato a noi ed è un onore che abbia voluto portare lo spettacolo proprio qui».
Ora la situazione si complica ulteriormente: non che prima si fosse giunti a una soluzione, tanto che a metà dicembre l’asses - sore alla cultura Luciano Sita aveva rimandato ogni decisione a quest’anno: sul tappeto c’era un ipotetico accorpamento con l’Arena del Sole con la prospettiva di creare un teatro stabile regionale con quattro sale: quella grande dell’Arena del Sole, l’interaction, il teatro delle Moline e la sala di via Cartoleria. Eti, Comune e Regione avevano anche incassato l’interessamento di Legacoop, disposta a investire qualche migliaia di euro nel progetto. Ma anche in quel caso la politica ci aveva messo il suo zampino.
Difficile fare piani con la scadenza delle regionali alle porte (e l’assessore Alberto Ronchi con le valigie in mano), ancor più difficile farli ora con il Comune in preda al caos. «A ll’Eti è venuto a mancare anche un altro interlocutore », dice amaro Montanari, «ma noi la programmazione dobbiamo già cominciare a pensarla». Nel frattempo Ninni Cutaia è stato riconfermato direttore dell’Eti e proprio a lui i sindacati hanno chiesto un incontro per i prossimi giorni: tutti sperano che si voti il prima possibile.