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'Dall’Isola che non c’è sono piovuto nella foresta di Sherwood'. Manuel Frattini parla di 'Robin Hood-Il musical' in scena a Bologna

Notizia pubblicata il 18 gennaio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


PETER PAN è diventato grande, è cresciuto Pinocchio, il bimbo per sempre s’è fatto uomo ed è finito per essere un eroe, senza tempo né macchia né paura. E’ Manuel Frattini che cambia pelle, cambia abiti e carattere e diventa Robin Hood, a dispetto del fisico non certo imponente, per dire che tutti con un po’ di cuore e tanto coraggio possono entrare nella leggenda.

L’attore, cantante, ballerino e coreografo è il protagonista del musical che è già una mania, uno spettacolo che gira l’Italia da poco più di un mese collezionando successi e ovazioni, fan in delirio e ragazzine innamorate del bel Manuel. Si fa tappa a Bologna, al teatro EuropAuditorium, dal 20 al 25 gennaio (info: 051 372540-051 6375199) e tira già aria da tutto esaurito, per ogni serata. Lo spettacolo è diretto da un’altra firma nota nel mondo del musical, Christian Ginepro, le musiche sono di Beppe Dati, nel cast nomi eccellenti come Valeria Monetti, da Amici di Maria De Filippi sul palco nei panni della bella Marian. Lui, Frattini, è decisamente entusiasta di uno spettacolo che ha contribuito a creare.

Com’è nato questo Robin Hood?
«Abbiamo allestito lo spettacolo nelle Marche, lavorando su ogni dettaglio e muovendoci su una scena che è assolutamente suggestiva. Pare davvero di stare dentro la foresta di Sherwood. Da lì, non abbiamo smesso mai di aggiungere, togliere, crescere, un lavoro molto stimolante per un attore che di solito si muove su un pacchetto precostituito, con pochissimo margine di invenzione. E’ un continuo cambiare, adattarci agli umori del pubblico ed è bellissimo, è come veder crescere una creatura tua. Per noi è una sfida in più».

Come si costruisce il personaggio di Robin Hood, dopo Pinocchio e dopo Peter Pan, eterni fanciulli?
«In effetti ero un po’ preoccupato, di certo non somiglio al Robin Hood che è nell’immaginario collettivo. Per tutti l’eroe di Sherwood ha il volto e il fisico di Kevin Costner... Io m’ero persino dimenticato di essere un adulto, dopo anni passati a interpretare eroi bambini. Mi ha aiutato il cast di talenti veri che ho accanto, il regista, Christian Ginepro, con cui lavoro da anni, e poi il pubblico, la gente che ci segue con affetto, data dopo data».

In cosa le somiglia, questo Robin ragazzo che nel corso della storia diventa il paladino dei più deboli?
«Robin Hood è un uomo che si realizza pian piano ma conserva le sue debolezze e le sue tenerezze. E’ un po’ la mia storia, mi sono costruito una carriera senza passare dalla televisione e oggi sono orgoglioso di essere un po’ il simbolo di un genere teatrale, il musical, che attrae tanti giovani».

In effetti il musical un merito grande ce l’ha, ha riportato a teatro anche i giovanissimi che oggi la seguono con adorazione.
«E’ vero, sono felice di questo, se anche uno solo di loro tornerà a teatro a vedere qualsiasi altra cosa, avremmo già vinto la nostra sfida. Di più, so che tanti ragazzi coltivano con noi il loro sogno di diventare ballerini, attori, gente di spettacolo. E che c’è di più bello che nutrire i sogni della gente con qualcosa di importante, di vero, di pulito?».

foto by http://www.flickr.com/photos/cjager