Bologna L'ultima moda? A cena con degli sconosciuti Complice il carovita, sempre più case private offrono per 15 euro cibo, musica e compagnia
Notizia pubblicata il 11 agosto 2008
Categoria notizia : Turismo
ALTRO CHE CERTI ristoranti dove gli euro scorrono, i modi e gli sguardi dei camerieri invitano a lasciare libero il tavolo al più presto, e per la sigaretta dopo l'amaro bisogna uscire in strada, magari a due passi dal cane respinto dalla targhetta con la scritta «Io non posso entrare».
Meglio qui, in questa vecchia dimora di campagna, dove il tu é d'obbligo quasi come tirare di tabacco, dove la sera si allunga sull'aia fino a notte fonda e le voci spaziano dalle chiacchiere alle canzoni, tra piatti semplici, brindisi a più calici, giri di danza e amicizie di volta in volta rinnovate. Il tutto, poi, per 10 o al massino 15 euro, musica compresa.
Eccola, l'ultima moda in corsa sulla scia del caro euro: la casa privata, in città o in campagna, aperta saltuariamente agli ospiti senza limiti di orario. In Emilia Romagna c'é solo l'imbarazzo della scelta e trovarsi insieme intorno alla tavola nella dimora di un altro é ormai un'abitudine diffusa. L'invito viaggia quasi sempre in copia su un sms e sbuca per lo più sui telefonini di persone dalla mezza età in su: «Giovedì maccheroni al pomodoro, polpette con patate, insalata, vino, dolce e musica: 15 euro. Prenotazione gradita».
Qualcuno risponde, altri arrivano all'ultim'ora. Gente di varia tipologia: professionisti e artigiani, impiegati, operai e pensionati, single, vedovi o in vista di divorzio, di entrambi i sessi, eppoi mogli, mariti e conviventi, insieme, ma soprattutto in libera uscita. Cena, danze, scambio di pareri e di piccole confidenze a volte buttati lì, al compagno di tavolo di cui neppure si conosce il nome. Poi, il «ciao» cancella tutto o forse rimanda a un nuovo appuntamento.
«Ci si trova per allargare il giro di conoscenze, per una serata diversa e con una spesa contenuta, ma soprattutto per combattere il vero problema di tanti: la solitudine», spiega la proprietaria di una delle case aperte a chi bussa. «Perchè vengo? Mi trovo bene, l'ambiente é familiare e, per il resto, é bello e distensivo chiudere una serata in allegria, tra gente simpatica, di ceto diverso eppure tutta uguale, senza fretta, tra portate, parole, musica e una gustosa sigaretta», racconta Giorgio, habituè delle notti in case altrui.
E SU QUESTI piccoli retroscena nascono e si alimentano nuove amicizie, piccole rivalità e, perchè no, anche storie sentimentali. Le dimore pronte a dischiudere un battente e ad aggiungere un posto a tavola, a Bologna e provincia, sono ormai decine: case coloniche, stalle riattivate, fienili dai tetti altissimi. Altre, invece, accendono le luci in particolare a Modena e nel Ferrarese accompagnate da un tam tam di voci che segnala caratteristiche delle abitazioni private, indirizzi e partecipanti.
Così scorre, in tutta la regione una moda nata quasi in coincidenza con l'arrivo dell'euro, e che in ogni caso su quella moneta ha via via preso spinta fino a divenire un fenomeno diffuso.
Come funziona? Il menu é a libera fantasia, ma per chi organizza più che un guadagno é una partecipazione alle spese. Il menu é quasi sempre semplice: gli spaghetti soprattutto, ma anche i maccheroni, le penne, la gramigna, il riso e, a volte, la polenta. E il condimento? Il ragù, ovviamente, senza dimenticare quello all'amatriciana, alla puttanesca, con il prosciutto, meglio ancora con l'aggiunta dei piselli, e con i funghi.
Il menù, nelle case aperte agli ospiti dell'ultim'ora e spesso sconosciuti, non ricorre troppo alla fantasia, ma é comunque dignitoso e, in certi casi, prevede anche alcune pietanze: spezzatino con patate, braciola e insalata, polpette, piatto freddo.
foto di http://www.flickr.com/photos/heldertavares