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Bartolini, relax d’autore a Venezia MAMbo acquisisce la sua Sala F.L’opera resterà per ora nel nuovo Palazzo delle Esposizioni

Notizia pubblicata il 09 giugno 2009



Categoria notizia : Eventi


IN OCCASIONE della 53ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, e UniCredit Group hanno proceduto all’acquisizione dell’opera Sala F, di Massimo Bartolini, commissionata all’artista dall’Istituzione veneziana per allestire l’area educational all’interno del rinnovato Palazzo delle Esposizioni.

L’acquisizione avviene nell’ambito dell’importante partnership Focus on Contemporary Italian Art, con l’intento di produrre, promuovere e collezionare la giovane arte italiana e portando in questo caso l’azione del Museo fuori dalle mura fisiche della propria sede almeno per i prossimi dieci anni (il periodo nel quale l’installazione siste specific rimarrà in Laguna).

Obiettivo fondante della collaborazione non è tanto la costituzione di un patrimonio condiviso, quanto piuttosto un reale sostegno agli artisti per permettere loro di affrontare la scena internazionale con progetti e strumenti di alto livello, innescando un circolo virtuoso destinato a consolidare il sistema dell’arte nel nostro Paese.

L’INTERVENTO di Bartolini nasce all’interno del progetto di riqualificazione dell’ex Padiglione Italia, che prevede la trasformazione dell’edificio in nuova sede dove la Biennale, per la prima volta, potrà offrire servizi e sviluppare attività permanenti per il pubblico.
Parallelamente alla riapertura della biblioteca dell’Asac, infatti, il nuovo Palazzo delle Esposizioni avrà ampi spazi dedicati ai visitatori — un bookshop, un bar-ristorante e aree destinate alle attività educative — il cui arredo è stato affidato dal direttore Daniel Birnbaum alla progettualità di alcuni degli artisti invitati: rispettivamente Rirkrit Tiravanija, Tobias Rehberger e Massimo Bartolini.

Sala F è quindi uno spazio concepito per soddisfare differenti esigenze funzionali: da quella primaria di area educational a quelle di meeting room, di auditorium e di cinema. Concepita dall’artista come un luogo di condivisione, si tratta di uno spazio dinamico dove tre grandi tavoli mobili possono essere disposti a seconda delle necessità, trasformandosi rapidamente in platea o palcoscenico: seduti al tavolo i visitatori possono condividere lo spazio guardandosi negli occhi, in platea possono guardare insieme uno spettacolo, sul palco si producono azioni destinate a essere guardate. Due porte luminose isolano Sala F dalle stanze attigue, aumentandone la concentrazione, mentre la luminosità dell’ambiente viene dosata, in base alle necessità, attraverso un sistema di dischi di plexiglass opalino che velano il lucernario.

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