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Reggio Emilia ‘La mia è una Butterfly minimalista’ Il regista Daniele Abbado: «Protagonista sarà la musica di Puccini»

Notizia pubblicata il 05 febbraio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


E’ UNA GRANDE scatola luminosa a contenere la tragica storia di «Madama Butterfly», in scena stasera al Valli alle 20 (con replica sabato, sempre alle 20).

Con il melodramma giapponese di Giacomo Puccini, diretto da Daniele Abbado, si inaugura la stagione operistica 2009 de I Teatri.«Una cornice essenziale che gioca su colori e luci per trasformare lo spazio – racconta il regista e direttore artistico della Fondazione I Teatri – permettendo all’opera di Puccini di rappresentarsi senza le sovrastrutture e gli ulteriori carichi che si sono accumulati nella tradizione teatrale della Butterfly. La musica di Puccini è talmente esagerata di suo, sia dal punto di vista espressivo sia sentimentale, che ho pensato di lavorare per sottrazione, cercando di creare un contrasto tra la scenografia e il rito crudele che si consuma sulla scena».

Che tipo di gestualità ha imposto ai cantanti?
«Anche la gestualità è molto semplice e ridotta al minimo, in linea con l’idea di indicare una sola direzione per far emergere appieno la drammaticità della musica e la modernità dei contenuti. Per questo anche i costumi sono essenziali, lontani da quelli tradizionali dalla foggia orientale. Si può dire che in linea di massima ho seguito lo schema già sperimentato per la regia di Tosca, altra opera pucciniana con cui mi sono confrontato».

Lei si è occupato anche della regia del “sequel” di Madama Butterfly, Junior Butterfly, composta dal giapponese Shigeaki Saegusa su libretto di Masahiko Shimada. C’è un filo che unisce i due lavori?
«Assolutamente no. Si tratta di due opere completamente diverse, senza punti di contatto. Ho accettato la regia di Junior Butterfly - che ha debuttato a Tokio nel 2004 e due anni dopo ha inaugurato il festival pucciniano di Torre del Lago – perché mi interessava il soggetto: il fatto di voler collegare la vicenda di Butterfly al disastro della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Si tratta di un’opera curiosa, che ha inizio con il discorso che Hirohito fece alla nazione per annunciare il disastro, seguita da tre atti in puro stile pucciniano, per terminare con quaranta minuti di totale modernità. Proprio volendo forzare la cosa, l’unico punto in comune tra i due lavori è la stessa cantante che interpreta lo stesso personaggio di Suzuki, Akemi Sakamoto, ma è soltanto una coincidenza. Madama Butterfly è un’opera totalmente italiana, mentre l’altra attinge da una tradizione diversa».

C’è un’altra opera di Puccini che le piacerebbe dirigere?
«Sì. Manon Lescaut, perché trovo sia l’opera più raffinata scritta da Giacomo Puccini».

Il prossimo spettacolo in cartellone è «Blue Planet», opera contemporanea di Goran Bregovic ideata e diretta da Peter Greenaway. Si aspetta un buon successo di pubblico?
«Penso sia giusto inserire in cartellone sia opere della tradizione, e lo facciamo, sia proporre ciò che sta succedendo sulla scena contemporanea. Madama Butterfly mancava da Reggio dall’88, e ritorna con una grande accoglienza di pubblico. La stessa che credo la platea reggiana riserverà a Blue Planet, una bellissima opera che ha debuttato con enorme successo all’Expo di Saragozza».

foto by http://www.flickr.com/photos/lorenzoraffio