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La macchia nera di petrolio non arriverà a Rimini: parola di Bertolaso

Notizia pubblicata il 26 febbraio 2010



Categoria notizia : Turismo


RIMINI. La macchia nera terrorizza la riviera delle vacanze, ma Guido Bertolaso alza un muro invalicabile. «Non è una situazione irreparabile, ce la faremo, state tranquilli». L'olio «sarà recuperato prima di Ferrara e Delta del Po». Il leader della protezione civile ieri ha raggiunto Piacenza per organizzare gli interventi dopo che milioni di litri di petrolio e gasolio sono finiti nel fiume Lambro dalla Lombarda Petroli di Villasanta.

Il sottosegretario: fermeremo il petrolio prima che raggiunga il mare Adriatico

E quindi nel Po. L'allarme. Già in mattinata il presidente regionale Vasco Errani aveva dichiarato lo stato di emergenza. Mentre la protezione civile aveva messo in stato di allerta i comuni della riviera. In seguito il presidente della Federalberghi, Alessandro Giorgetti, ha chiesto di impedire alle chiazze inquinanti di raggiungere l'Adriatico. Massima attenzione dalla Provincia, pronta ad attivarsi affinché si «individui e attui la migliore soluzione per la risoluzione di questo vero disastro ambientale».
Il Comune (con l'assessore all'ambiente Andrea Zanzini) è rimasto in stretto collegamento con la Regione. Infine il vice presidente del Canale emiliano ro ma gn olo ha gettato acqua sul fuoco. «Preleviamo dal Po solo se lo vogliamo, in questo momento non siamo in esercizio, l'agricoltura non ha bisogno di irrigazione». Tranquilli. Il sottosegretario Bertolaso ha quindi aggiunto dopo la riunione di Piacenza. «Sono state alzate tre barriere nel piacentino». C'è da risolvere ancora la questione relativa allo stoccaggio, ma le aree sono in via di individuazione.
Quando arriva? S ti me sono ancora difficili, ma l'acqua inquinata potrebbe lambire l'Adriatico nel giro di cinque o sei giorni. Nell 'eventualità, il direttore della struttura oceanografica D aph ne, Attilio Rinaldi, è pronto. «Da lunedì mattina saremo presenti, saremo in mare alla foce del Po a fare prelievi». Si confida molto su quanto si sta organizzando a monte, anche perchè la tragedia è successa molto lontano. Ma in mare quanto petrolio può sfociare? «Difficile dare una risposta. Secondo me non arriva tantissimo materiale».
Quale tipo di disagio ci si può attendere. «Il problema del gasolio è il sapore sgradevole. Cozze e vongole potrebbero avere un cattivo sapore e non essere adatte alla vendita». E il turismo, rischia? «Intanto diciamo che questo è un vero crimine contro l'ambiente. In epoca post bellica non ricordo un caso di simile portata. Di sicuro il mare soffrirà meno del fiume. Ci sono grandi quantità d'ac qu a, le correnti, il moto ondoso». E le spiagge, potrebbero essere interessate? «Penso di no, il gasolio tende a solubilizzarsi». ( m.l.)