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E' Ontani la nuova sfida di MAMbo

Notizia pubblicata il 11 settembre 2007



Categoria notizia : Cultura


Aspettando Luigi Ontani. E' questo il grande nome che bolle nel laboratorio del Museo d'Arte Moderna di Bologna. «A gennaio - spiega lo stesso presidente di MAMbo, Lorenzo Sassoli de Bianchi - in coincidenza con Arte Fiera, lanceremo altre 5 mostre, oltre alle quattro che si inaugureranno il 2 dicembre prossimo.

Uno dei grandi del panorama internazionale in mostra a gennaio

Nove mostre in piedi contemporaneamente, non mi pare poco. E l'esposizione di punta, che durerà almeno due mesi, sarà quella di Luigi Ontani, un nome di rango mondiale, che proprio in questo periodo espone con grandissimo successo a New York».

Perché questa scelta?
«Fin dalla nascita - risponde Sassoli (nel tondo), da giugno presidente anche dell'Upa, l'Unione pubblicitari associati, 10 miliardi annui di investimenti in pubblicità - MAMbo si è proposto di presentare il panorama internazionale della ricerca artistica: la contemporaneità. E' un merito, quello di essere il museo italiano che mancava, destinato alla sperimentazione, che ci è stato riconosciuto anche da Gabriella Belli del Mart di Rovereto, presidente dell'Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani. Ebbene, Ontani esprime al massimo livello di pregio la molteplicità di linguaggi che fanno l'arte di oggi. E poi è nato a Montovolo di Grizzana Morandi, vicino a Vergato. L'attenzione per il territorio è un altro dei punti a cui teniamo».
E' soddisfatto dell'andamento di 'Vertigo', la mostra curata daCelant e Maraniello?
«I risultati, l'abbiamo detto più volte, li daremo alla fine, dopo il 4 novembre, quando chiuderà. Ma, a parte l'affluenza del pubblico, c'è già stato uno spiccato interesse anche sulla stampa internazionale. E' una rassegna che convalida, con la sua qualità scientifica, il nostro orientamento verso la sperimentazione. Ma è anche una mostra didattica, perché ci fa comprendere le radici storiche dell'arte come viene oggi praticata. L'impegno didattico, verso le scuole, è per noi fondamentale».
Come utilizzerete Villa delle Rose? Non è scomoda, con quella vertiginosa scalinata?
«Agli artisti piace proprio per la sua collocazione, così in alto, e la gente ci va. E' un jolly, un posto suggestivo. Servirà per esposizioni raccolte, monografiche. Ma sempre collegate alle nostre tre parole d'ordine: sperimentazione, ricerca, innovazione».
A finanziamenti come va?
«Due miliardi dal Comune e da altri enti pubblici, 2 dai privati, prima fra tutti la Fondazione Carisbo. Abbiamo la copertura tranquilla per due anni di attività espositiva e progettuale. Certo, se guardo alle spese per la cultura in Italia, avrei preferito che qualcuno pensasse di riservare a questo campo un po' del famoso tesoretto. Invece niente».
Quando entrerà nel museo la collezione della vecchia Galleria d'arte Moderna di piazza Costituzione?
«Smontata 'Vertigo', a novembre, la raccolta comincerà ad affluire in maniera graduale».
Verrà sistemata al piano superiore?
«No, non pensiamo a spazi separati da quelli espositivi, ma interfacciati gli uni con gli altri. Vogliamo che il museo sia vivo, e se la collezione permanente non si lega alle mostre che si susseguono si copre solo di polvere. Siccome non potremo esporla tutta contemporaneamente, la faremo ruotare, partendo da dopo Morandi e puntando molto sugli italiani. Valorizzeremo quei dipinti, compresi 'I funerali di Togliatti' di Guttuso, più di quanto non sia stato fatto negli anni della Gam».
Saranno visitabili gratuitamente?
«Senz'altro, come si visitano i musei comunali bolognesi. Il biglietto si pagherà per le mostre e darà accesso anche alla collezione permanente».
La collocazione di MAMbo nell'ex Forno del pane si conferma felice?
«Sì. Il bar e il ristorante del museo lavorano, la zona non ci dà problemi. Aspettiamo - e speriamo non vi siano ritardi rispetto alla previsione del 2008 - il completamento dei lavori al Cavaticcio e per il parcheggio bloccato dal reperto medievale venuto alla luce all'ex Manifattura. Non è solo un problema di traffico o di migliore logistica. Con queste due opere si potrà completare il collegamento con la Cineteca e con il Dams che è una delle ragioni per le quali siamo venuti qui».
Come procedono i lavori di restauro della casa di Morandi?
«Il progetto dell'architetto Massimo Iosa Ghini c'è già, e così pure l'impegno coordinato del Comune e di MAMbo. Buttando il cuore al di là dell'ostacolo azzardo che la casa di via Fondazza sarà pronta per Arte Fiera 2009. Si tratterà di un passaggio di particolare impulso per la nostra città e per il museo. Nel 2008 il Metropolitan Museum di New York dedicherà una grande esposizione a Morandi. Nel gennaio del 2009, l'anno in cui scadrà il mio mandato, la vedremo a MAMbo, grazie alla sinergia creata con il museo americano. Vorremmo proprio che la casa fosse pronta per allora».
Dal 2 dicembre al 3 febbraio 2008 MAMbo parlerà intanto europeo e italiano con i 'teatrini' di Eva Marisaldi e le installazioni di Adam Chodzko, Bojan Sarcevic e Diego Perrone. Per chi non lo sa la Marisaldi è di Bologna. Vorrà pur dir qualcosa.