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'Vi racconto un’indomabile Sicilia fra passione, misteri e dolcezza'. Luca Zingaretti debutta con “Sirena” domani all’Arena del Sole

Notizia pubblicata il 31 marzo 2009



Categoria notizia : Spettacoli


DUE UOMINI si incontrano in un caffé di Torino. Uno è un giovane laureato, l’altro un senatore. E da quel dialogo si sprigionano parole che portano a un assolato paesaggio siciliano fatto di estasi e passione.

Luca Zingaretti, il commissario Montalbano televisivo, è rimasto affascinato dal racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa Lighea al punto da curarne un adattamento drammaturgico. Lo spettacolo, intitolato Sirena, è dunque una lettura dell’attore su musiche composte da Germano Mazzocchetti eseguite dal vivo alla fisarmonica Fabio Ceccarelli. Domani sera il debutto all’Arena del Sole di Bologna dove resterà fino a domenica.
Zingaretti, come mai stavolta affronta il teatro attraverso questa forma di reading? E perché la scelta dello splendido testo di Tomasi di Lampedusa?

«Il mio ritorno al teatro non è stata una scelta ragionata, quanto piuttosto un caso che ora benedico. Tre anni fa l’Auditorium della musica mi propose di leggere questo racconto nell’ambito di una rassegna. Inizialmente declinai l’offerta perchè molto occupato. Ma le insistenze della curatrice della manifestazione mi spinsero a leggere le pagine di Tomasi di Lampedusa. Rimasi fulminato dalla loro bellezza e decisi che, a costo di lavorarci la notte, mi sarebbe piaciuto portarle in scena».

Nel suo allestimento ha puntato più sulla sottolineatura delle scelte linguistiche o sulla esaltazione delle sensazioni che il copione fornisce?
«Oggi si pensa a torto che la complessità nelle e delle cose sia un qualcosa di negativo e da abolire. Si procede sempre verso una semplificazione del tutto e il linguaggio non fa eccezione. Quello di Tomasi di Lampedusa è di una bellezza straordinaria proprio per la sua ricchezza e non nonostante essa. E le emozioni e la commozione che il pubblico avverte durante lo spettacolo sono proprio dovute all’italiano dello scrittore»

Perché la Sicilia è tanto significativa nel suo percorso artistico?
«Immagino lei si riferisca ai film del commissario Montalbano. Il fatto che questo racconto sia di un’autore siciliano e che i personaggi siano siciliani è puramente casuale. La Sicilia è terra meravigliosa con contrasti forti, passioni ruggenti, misteri ancestrali e dolcezze infinite. Un luogo finalmente indomabile a qualunque addomesticamento e impermeabile alla piattezza e al conformismo della cultura di oggi che vuole ogni luogo e ogni cosa uguale alle altre».

Lei ha iniziato in palcoscenico con Luca Ronconi. Chi sono oggi i nuovi maestri della scena? E, ancora, cosa si deve fare per portare più pubblico in platea?
«Certo che raccogliere eredità pesanti come quella di Ronconi e di altri registi della sua generazione non è facilissimo. Ciò nonostante ci sono tanti registi bravi e bravissimi. Il problema è che con queste risorse così scarse è difficile fare spettacoli belli, che sono la cosa più importante per portare la gente in teatro».

Al cinema ha conseguito ottimi risultati. Lei crede che il cinema italiano, nonostante tutto, goda buona salute? C’è una storia che le piacerebbe raccontare?
«Vale quanto detto per il teatro. In un mercato così asfittico è dura per un giovane avere una chance, non parliamo della seconda. E una scuola dove non è ammesso sbagliare è un pessima scuola e non darà molti frutti».

Da qualche parte ho letto che ama la musica di Paolo Conte ma vorrebbe cantare con Renato Zero. Ci possiamo sperare?
«Questa domanda bisognerebbe porla a Renato. Dubito che si voglia mettere vivcino un compagno stonato come me, ma come si dice: la speranza è l’ultima a morire»

foto by http://www.flickr.com/photos/seraphimc