«Rovistando nel vinile trovo miniere d'oro» Luca Trevisi, dj e collezionista
Notizia pubblicata il 12 dicembre 2007
Categoria notizia : Fatti Curiosi
E' DAVVERO una vita in continuo movimento quella di Luca Trevisi, dj 'storico' della scena bolognese (il suo nome è legato in maniera indissolubile alla stagione d'oro del Kinki e del Cap Creus di Imola, primi anni '90), diventato adesso uno dei più abili 'mercanti' di dischi rari, vecchi vinili introvabili che, quando passano dalle sue mani, raggiungono quotazioni da capogiro e sono richiesti dai collezionisti in ogni angolo del mondo.
Tale è la follia di questi maniacali ricercatori di 33 giri e maxi singoli, che spesso, i dischi acquistati da Trevisi in America, arrivano in Italia, per poi essere rispediti oltre Oceano. Nel frattempo il loro prezzo è cresciuto a dismisura...
Dove si trovano questi giacimenti di vinile?
«Soprattutto in America. E' una nazione che riserva ancora molte piacevoli sorprese. Ma non le grandi città , dove ormai tutte le scorte sono esaurite. Bisogna prendere una macchina e mettersi sulla strada, raggiungere la provincia profonda, cercare i piccoli negozi che, magari, insieme ai vinili, vendono modernariato, o semplicemente oggetti accumulati lì da da anni. E poi ci sono le 'garage sale', famiglie che cambiano casa e, prima di andare via, svuotano le cantine e mettono in vendita tutto quello che hanno trovato e non vogliono portare nella nuova abitazione».
Cosa ti guida in questa ricerca?
«Dopo così tanti anni, dopo decine di migliaia di chilometri per tutti gli States, certamente l'istinto, lo stesso che ti porta, a colpo scuro, alla bancarella da non perdere, in qualche polveroso mercato dell'usato ai confini del deserto. Ma una fonte importante sono anche le radio. Quando le piccole emittenti chiudono, o passano alla programmazione digitale, devono disfarsi dei vinili, ingombranti e non più utilizzabili».
Ma non è possibile fare questi acquisti via internet?
«No, da Bologna compro soltanto gli stock, il contenuto di interi magazzini, ma sempre con la certezza che buona parte del materiale sarà di poco valore. In questo lavoro è ancora importante esplorare in prima persona. La rete serve per vendere, e non per acquistare».
Cosa determina la quotazione di un disco?
«Innanzitutto il fatto che il disco è stato stampato in poche copie. Ma da qualche anno il prezzo lo determina Ebay, con le sue aste. Spesso sono quotazioni falsate, gonfiate, ma fa parte del gioco».
Essere un appassionato di musica è ovviamente molto importante.
«Sì, avere un'esperienza come dj è un fattore determinante. Necessario, per imporsi nel mercato e sapere quali sono le etichette da seguire, su che artisti puntare. E poi il dj ha grande familiarità con il vinile. E i collezionisti vogliono solo quello, la vecchia plastica che tutti davano per finita».
Cosa spinge ad acquistare questi dischi?
«La mania del collezionismo è alimentata, a volte, dalla voglia di confrontare i suoni attuali con quelli più vecchi che li hanno ispirati. Un esempio viene dalla cosiddetta italo-disco, prodotta in Italia negli anni'80 e allora considerata un prodotto di serie b ma che in realtà ha influenzato tutta la più raffinata musica elettronica contemporanea. Così si è scatenata la caccia ai vecchi vinili italiani, molti, oltretutto prodotti proprio a Bologna. Li vogliono in tutto il mondo e sono introvabili».
Quali dischi?
«Ad esempio quelli realizzati nei primi anni '90 dalla Irma Records. Nemmeno loro li hanno più e sul mercato londinese iniziano a essere quotati intorno ai 50 euro. E siamo solo all'inizio... Perchè gli americani amano questa musica».
Quali sono i generi più richiesti?
«Tutto il funk, la black music, la disco, il jazz dall'inizio degli anni '70 a metà anni '80».
Quale è stata la richiesta più singolare?
«Gli album di sonorizzazioni, che sono quelle musiche pensate per gli spot pubblicitari e i telefilm italiani anni '70. Adesso sono le più ambite, le più care. Ogni collezionista farebbe follie per un disco dei Farlocchi, una band elettronica italiana di quel periodo. Un americano lo voleva a tutti i costi e lo ha pagato 500 euro!»
Quanti dischi hai in catalogo?
«Hot Groovy, che è il nome del mio negozio online, ha un catalogo di oltre 30000 dischi».
Continua a fare il dj e dove si può ascoltare la sua collezione privata?
«Il 22 dicembre al Locomotiv ci sarà la mia serata mensile 'Garage Paradise', tutta dedicata alla black music e alla disco. E poi metterò dischi dopo il concerto di Roy Ayers il 21 dicembre al Baluardo della Cittadella a Modena».
(photo by vamapaull)