Luca e Neri, l’amicizia diventa spettacolo. Barbarossa e Marcorè il 25 alle Celebrazioni
Notizia pubblicata il 05 marzo 2009
Categoria notizia : Spettacoli
POTREBBERO andare in scena tre sere di seguito nella stessa città ma non sarebbe mai lo stesso spettacolo. Perché, nonostante ci sia un canovaccio di base, la maggior parte dello show è basato sull’improvvisazione.
Sulla reazione che ognuno dei due ha verso l’altro, alle reciproche battute. Luca Barbarossa e Neri Marcorè, un cantautore col vizio del teatro e un attore col vizio della canzone, anche durante una telefonata (Barbarossa è in città e Marcorè si racconta da Roma, dall’altra parte della cornetta) fanno già spettacolo. Perché sono grandi amici. Di scampagnate con “quintalate di cannelloni e lasagne” e buon vino, di partite a tennis e di Nazionale Cantanti. E così Attenti a quei due che portano al Teatro delle Celebrazioni il 25 marzo (e che è nato una sera al Teatro di Porto Sant’Elpidio), potrebbe davvero essere uno spaccato della loro vita più intima, quando con le famiglie si ritrovano insieme.
Se non fosse per quel prevalere di musica, quella di Luca, e di confusione di personalità, quella di Neri con le sue imitazioni, che danno una direzione tutta teatrale a un progetto “tra musica e parole”. Vederli a Bologna sarà comunque speciale, perché tutti e due ci tengono a raccontare il loro forte legame con questa città che costituisce un frammento di dolci ricordi nelle loro vite romanocentriche.
«Ho fatto la scuola interpreti in via Cesare Battisti tra il 1985 e il 1990 — racconta Marcorè — e Bologna è la città nella quale avrei voluto vivere. Poi però nel 1990 ho partecipato a Stasera mi butto e da lì è cambiato tutto. Sennò sarei ancora lì a tradurre... Bologna è la mia seconda città».
LUCA BARBAROSSA ha vissuto a Bologna qualche anno dopo, verso il 1992. Si sono sfiorati per poco. «Ho fatto due dischi importanti qui, Cuore d’acciaio, che conteneva la canzone con cui ho vinto a Sanremo nel ’92, Portami a ballare e il mio primo album live intitolato Vivo nel ’93. Collaboravo con Roberto Costa, mi ero comprato una casa nel centro storico e frequentavo Dalla, il Bersani degli inizi, Antonacci e anche Carboni. Eravamo come un circolo letterario, ci ritrovavamo a bere un bicchiere, ho ricordi bellissimi».
E aggiunge: «Ho letto di tutte le problematiche su Bologna che l’amministrazione comunale ha dovuto affrontare... ma certi problemi riguardano ormai tutte le città d’Italia e del mondo, solo che in provincia si sentono di più. Ma è un momento di passaggio e mutazione, certamente lontano dalla mia Bologna a misura d’uomo...». Quindi chissà, magari sul palco qualche discorso ci scapperà. Ma Attenti a quei due («Io sarei sicuramente Tony Curtis, il borgataro dei due e Neri il gentleman Roger Moore, lui che è marchigiano..», scherza Barbarossa riferendosi al famoso serial dal titolo omonimo) proporrà tutti i successi del cantautore romano, le sue più nuove canzoni come Via delle storie finite (titolo anche dell’album che ispira tutto il recital) e Ali di cartone che canta con Marcorè.