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La spiaggia diventa un privè in riva al mare si balla su invito

Notizia pubblicata il 26 luglio 2008



Categoria notizia : Night Life


RICCIONE - Bermuda addio. In pantaloncini corti non si può più entrare in diversi locali sulla spiaggia del Marano. Meglio evitare anche le magliette variopinte: la selezione potrebbe non gradire. «Tu sì, avanti prego». «Tu no, con quella t-shirt non puoi passare». «Ma siamo al mare», protesta l' escluso, un ventenne modenese.

 « Certo, però questa é diventata una discoteca», replica spazientito il buttafuori dell' Hakuna Matata Plus, indicando l' uscita. «Si accomodi». Due del mattino, Riccione. La fila si allunga per oltre venti metri e si allarga per almeno cinque sulla sabbia a nord della foce del fiume che dà  il nome al quartiere dei disco-pub modaioli. Un cartello indica l' ingresso per i «tavoli», un altro quello per i clienti in «lista». Chi non ha prenotato e non vanta le conoscenze giuste può aspettare anche mezz' ora, prima di essere osservato dalla testa ai piedi per l' ingresso.

Qualcuno si arrabbia: « Non potete. La spiaggia é del demanio, cioé di tutti». Ma poi se ne va, evitando la ressa di quelli che da dietro spingono per entrare all' Hakuna, uno dei più frequentati. I cinque locali aperti qualche anno fa negli stabilimenti balneari al confine con Rimini avevano rischiato di far fallire le più celebri discoteche sulle colline, conquistando ogni notte decine di migliaia di giovani, entusiasti di poter danzare a piedi nudi sotto la luna. Da quest' anno ne ricalcano quasi perfettamente il modello: selezione, tavoli riservati, liste, macchine del fumo, luci stroboscopiche, cubiste, vocalist. Obbligati anche i dj di fama, come Roberto Ferrari di Radio Deejay, diventato direttore artistico del Beach Paradise, a sud del fiume . L' unica eccezione é il biglietto d' ingresso: in riva al mare non si paga. Dopo anni di guerre a colpi di esposti alla prefettura e denunce alla magistratura da parte del Silb, il sindacato dei discotecari, contro la «concorrenza sleale» della spiaggia, il Comune di Riccione ha deciso di concedere le licenze da ballo. Non che prima i ragazzi non danzassero, anzi. Però era proibito, come prescrivevano i cartelli, mai troppo evidenti ai lati delle piste, con scritto «Vietato ballare». Quei segnali a inizio estate sono spariti. Compatta la linea difensiva dei gestori, chiamati più volte a comparire in giudizio e spesso condannati, nelle aule del tribunale di Rimini: «Il ballo é ballo spontaneo». Ora non più. «Offriamo ristorazione e intrattenimento, senza fare selezione. La spiaggia é aperta a chiunque: non importa che indossi le ciabatte o l' abito da sera», spiega Luigi Pritelli, il presidente del consorzio che riunisce i cinque stabilimenti. Non é vero, ma la volontà  c' é, messa anche nero su bianco in una lettera d' intenti firmata a inizio stagione da ognuno dei gestori. L' allergia del Marano alle regole é piuttosto nota. Hanno dovuto spendere circa 300mila euro a testa, i proprietari delle neo-discoteche aperte ogni notte fino ad agosto, per assecondare la nuova disciplina imposta dal municipio. Prevede una quindicina di servizi igienici, cucine decenti e non più anguste, impianti stereo che spingono la musica verso il mare, lasciando riposare i clienti degli alberghi vicini. Persino le uscite di sicurezza sono obbligatorie, nonostante siano locali all' aperto, perchè il Comune ha preteso che ogni attività  sia protetta da recinzioni e vigilantes. Per questo la battigia diventa irraggiungibile. Vietato fare il bagno, misura precauzionale per i tanti ubriachi che fino all' anno scorso andavano a smaltire la sbornia nell' Adriatico, con il rischio di affogare. Il pubblico però non é cambiato. Più adulto ed elegante all' Hakuna Matata Plus, al Beach café e all' Operà  . Giovanile ed esuberante al Moijto (chiuso per una settimana dal questore di Rimini per motivi di ordine pubblico) e al Beach Paradise, dove vengono festeggiati moltissimi addii a celibato e nubilato, con l' esclusione di ragazzi palesemente ubriachi. Non c' é più l' assedio di 40-50mila giovani a serata degli anni scorsi, ma per Pritelli si tratta degli effetti della crisi economica, più che delle regole eccessivamente restrittive. Spesso disattesa e controversa anche la vendita di alcolici dopo le due di notte. Una settimana fa il prefetto di Rimini ha prescritto la chiusura di tre discoteche, sorprese dai controlli a somministrare alcol fino alle quattro del mattino, ma il giudice di pace ne ha stabilito la riapertura, a fronte di un danno per i titolari giudicato eccessivo, sproporzionato rispetto al reato commesso. Regolarizzato il «ballo spontaneo», ora la lobby dei discotecari sta lavorando per convincere il ministro dell' interno Roberto Maroni a proibire il proibizionismo. (Foto by http://www.flickr.com/photos/wordfreak/955089063/)