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Bologna. La Recensione Lirica al Comunale. Questa Gazza sottrae Rossini dalla consuetudine

Notizia pubblicata il 03 aprile 2009



Categoria notizia : Spettacoli


E’ STATO un vero peccato che una delle produzioni operistiche più importanti del cartellone del Teatro Comunale, La Gazza ladra di Rossini, sia stata coinvolta in uno sciopero che ha avuto come conseguenza la soppressione di una gran parte delle recite previste.

Fra l’altro questo allestimento, coprodotto dal Rossini Opera Festival e Arena di Verona, si qualificava per una messa in scena moderna, segnalata con entusiasmo dalla critica musicale nazionale con l’ assegnazione del prestigioso premio “Abbiati”. Con quest’opera, scritta su misura per la Scala (1817), Rossini mirava in un certo senso a riscattare il blando successo ottenuto col Turco in Italia. Di conseguenza, a cominciare dalla grandiosa e popolare Sinfonia, il compositore ha mirato a realizzare una scrittura affascinante e magniloquente, in grado di suscitare lo stupore nel pubblico che decretò all’opera un entusiastico successo.
LA GRANDIOSITÀ dei duetti, la ricchezza dell’ invenzione melodica col reimpiego di suoi materiali ma soprattutto la bellezza dei “concertati” di fine d’ atto fanno di questo smagliante capolavoro un modello di grande melodramma italiano di primo Ottocento. Questa grandiosità sonora con le giuste gradazioni ora drammatiche, ora affettuose, ci sono state restituite con pertinenza dalla direzione musicale di Michele Mariotti, il quale ha potuto contare su un’ottima orchestra, capace di finezze ed eleganze rossiniane e un ben preparato coro. Il tema dell’opera è bifronte: un primo atto tutto inneggiante al vino e all’allegria e una seconda di tono drammatico e fosco, dove la protagonista, inutilmente concupita dal podestà, rischia la condanna a morte a causa dell’ intraprendenza di una gazza, per l’appunto ladra.
MARIOLA Cantarero con i suoi notevoli mezzi ha ben disegnato l’ ingenua fanciulla, capace di pregevoli slanci; bravissimo Alex Esposito per il suo vigore drammatico. Splendido il tenore Lawrence Brownlee e bravissimo Simone Alberghini in ruolo del cattivo. Perfetti i genitori: Paolo Bordogna e Kleopatra Nasiou. Una lode speciale al mimo Sandhyna Nagaraja (la Gazza) e a tutti gli interpreti dei ruoli minori. Di buon livello anche i componenti della seconda compagnia. Sulle scene di taglio moderno di Paolo Fantin, il regista Damiano Michieletto ha impiantato la sua brillante regia mirata a svecchiare le più datate consuetudini del teatro rossiniano. Rimane qualche perplessità sull’impiego dell’acqua sulla scena per tutto il second’atto. Vivaci e un po’ misti i costumi di Carla Teti, in particolare quello di Giannetto, più adatto al Pinkerton. Applausi trionfali per tutti.
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