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Storia di Bologna: il viaggio continua. I due volumi sull’'età moderna'

Notizia pubblicata il 15 giugno 2009



Categoria notizia : Cultura


E’ IMPOSSIBILE raccontare la storia di Bologna moderna dal Cinque al Settecento se non si parte da tre fatti: la cacciata dei Ben tivoglio (1506, con l’ingresso delle truppe al servizio di papa Giulio II); l’incoronazione imperiale di Carlo V in San Petronio (24 febbraio 1530); e il trasferimento del Concilio di Trento sotto le Due Torri dal 1547 al ’51.

E’ ciò che osserva Adriano Prosperi nell’introduzione al primo dei due tomi di Storia di Bologna. Bologna nell’età moderna, pubblicati dalla Bononia University Press, di cui lo stesso docente dell’università di Pisa è il curatore.

I due libri, che costituiscono la terza tappa dell’intero progetto nato per Bologna 2000 Città della Cultura — l’ultima, sempre in due volumi, riguarderà l’Ottocento e il Novecento fino ai giorni nostri — dichiarano dati poderosi: più di duemila pagine, oltre 500 illustrazioni e 35 saggi di belle firme della storiografia politica, religiosa, economica, culturale, antropologica. Mercoledì alle 17.30 nella Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale (via Nazario Sauro 24) l’opera verrà presentata ufficialmente con gli interventi di Fabio Roversi Monaco, presidente della Fondazione Carisbo che la promuove insieme al Comune, Renato Zangheri, presidente del comitato scientifico, Angelo Varni, presidente dell’Istituto per la Storia di Bologna, Mauro Felicori, direttore dell’Ufficio Cultura del Comune, e dallo stesso Prosperi.

INDICARE qualcuno dei testi che formano l’indice è impresa arbitraria. Ma, a mo’ di esempio, le pagine lasciate dal compianto Giuseppe Alberigo sul Concilio di Trento sollecitano magistralmente la riflessione su quella specie di dualismo, o di vivace contraddizione, tra Bologna città papalina, seconda “capitale”, dopo Roma, dello Stato pontificio, e la vocazione laica, multiculturale, che grazie al suo ateneo la città viene assumendo proprio nel XVI secolo. E le osservazioni di Alberto Guenzi sulla nascita di una nostra identità industriale toccano un altro punto cruciale, ovvero il dibattito su Bologna luogo dell’innovazione produttiva o centro vocato agli scambi commerciali, ai traffici, alle relazioni, a quello, insomma, che oggi chiamiamo il terziario avanzato. Temi vasti. Fasi storiche che si intrecciano.

Ma come scrive ancora Prosperi, qui il lettore godrà soprattutto della «libertà di seguire la curiosità dove lo porta, sfogliando, curiosando, fermandosi su di una immagine o su di una parola, cominciando dalla fine e risalendo o aprendo a caso per assaggiare il sapore delle offerte». E’ il consiglio da seguire, tra i saggi sugli ebrei a Bologna nel ’500 (Maria Giuseppina Muzzarelli), sui geografi e i viaggiatori (Giovanni Ricci) o sui gazzettieri e i poeti di piazza (Elide Casali). Non vi è sistematicità che possa esaurire i mille volti di una città in trasformazione come quella. Aprire ampi spiragli, accenni di prospettive fondate sui documenti e sull’analisi critica è, quindi, un merito. c. su.

photo by http://www.flickr.com/photos/kiki-follettosa