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Il rimpianto di ‘Quei giorni’. Nelle pagine del racconto ferrarese di Mara Novelli

Notizia pubblicata il 05 maggio 2009



Categoria notizia : Cultura


LA MUSICA. L’incontro. Le giornate di vento. Il silenzio. Sono i quattro spazi che si attraversano percorrendo con Mara Novelli ‘Quei giorni’, l’ultimo suo lavoro pubblicato da Este Edition che porta come sottotitolo quello che in realtà l’opera è: un ‘Racconto ferrarese’.

Un cammino di venti pagine che approda ai disegni — uno di questi anche in copertina — del nipote dell’autrice, il tredicenne Matteo Bottoni, già vincitore di un premio internazionale al Concorso di Cento per giovani illustratori.

«Il rimpianto in sé e per sé, non il rimpianto di qualcosa». Così Claudio Cazzola definisce questo racconto breve che non a caso inizia in «una limpida giornata di settembre» e si conclude in un giorno di fine ottobre quando le giornate sono sempre più corte e il freddo comincia a farsi sentire. E non è certo un caso che della ‘sua’ Ferrara il protagonista, dopo aver osservato gli alberi spogli, i giardini, gli ultimi fiori ma anche il suono dei campanili, le grida dei bambini e i negozi che si illuminano la sera, tenga per ultimi proprio «i pioppi che dormono laggiù, in fondo a Ercole d’Este. Una via silenziosa e incantata, quasi come l’ultimo percorso verso l’ignoto».

Ha ragione Cazzola: sono «pagine delicate e struggenti» quelle che Mara, sono sempre parole di Cazzola, scrive con «lo stesso stile essenziale che sta dietro le sue poesie». Perché Mara Novelli, nata a Firenze e ferrarese d’adozione, è sì giornalista (collabora, tra gli altri, col Resto del Carlino e La Nazione) e scrittrice, ma è anche autrice di cinque sillogi poetiche che hanno conseguito prestigiosi premi e significativi riconoscimenti.
Una parola in più su ‘Quei giorni’ rischierebbe di svelare qualcosa di troppo su cosa troverà il lettore nel corso di questo breve ma intenso viaggio durante il quale, nota Alessandra Chiappini nella prefazione, Mara, che da ospite si è mutata in concittadino, conduce in una Ferrara di cui ci restituisce il senso di sospensione senza tempo.

Insomma, quello di cui si parlerà oggi alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea in compagnia dell’autrice e della stessa Chiappini, è un tragitto che merita di essere percorso e al termine del quale (del resto è proprio questo il messaggio del racconto) dispiacerà essere arrivati.

http://www.flickr.com/photos/lucap