La rivolta? Ha un suo stile. Un libro di Pacoda e Polhemus esplora la storia delle 'culture giovanili'
Notizia pubblicata il 15 giugno 2009
Categoria notizia : Cultura
COME è nato il concetto di 'unisex'? Quanto, e in che modo, l’evoluzione di un personaggio chiave per la cultura afro americana come Malcolm X è stata influenzata dalla musica che ascoltava?
E’ una trama irregolare, spesso labile, quella che attraversa le trasformazioni del costume, dal bebop nel dopoguerra alle contemporanee tribù della techno e dei neogotici. Ed è un percorso che passa per personaggi entrati nella storia recente, pensiamo a Elvis, ai Beatles, ma anche per oggetti simbolo della ribellione giovanile, come le giacche di pelle “Perfecto” indossate da Marlon Brando nel Selvaggio o le pesanti, kitsch, catene d’oro ostentate dai rapper che, ormai, sono entrate a pieno diritto nell’universo una volta ultra elitario dell’alta moda.
TUTTO questo è raccontato ne La rivolta dello stile un libro (Alet Editore) scritto dal nostro collaboratore Pierfrancesco Pacoda e dall’antropologo inglese Ted Polhemus, che ricostruisce l’avventurosa storia dell’irruzione delle “culture giovanili” sul mercato, facendo degli adolescenti, per la prima volta, non semplici oggetti del consumo, ma “attori” di un universo nel quale reclamavano il ruolo di interpreti.
LE PAGINE, con la prefazione di Renzo Rosso, ci fanno entrare nei fumosi jazz club di Harlem, nei locali dove andava in scena la consapevolezza della musica afro americana, il jazz di Charlie Parker e degli zooties gli stravaganti ragazzi neri che vestivano con abiti coloratissimi, cappelli dalle falde larghe ornati di grandi piume, realizzati con le stoffe che l’esercito americano — la guerra era appena finita — aveva destinato ai bisognosi delle città. E ci fa vivere i cambiamenti di quel suono che negli anni ‘60 diventa “freddo”, più formale. Ed anche l’abbigliamento lo segue. Con, gli impeccabili completi sartoriali minimali, indossati dai personaggi più in vista del movimento per i diritti civili.
POI il rock’n’roll, il beat, lo ska, con l’immigrazione dalla Giamaica verso l’Inghilterra, le battaglie tra mod e rocker, sino ad arrivare agli anni più recenti. Con i retroscena sul punk e i Sex Pistols, gruppo “inventato” da Vivienne Westwood per promuovere gli abiti in lattice e pelle della sua boutique “Sex”. E qui il racconto è narrato (come tutto il libro, del resto) in prima persona, perché Polhemus fu il primo nel 1976, ad invitare i Sex Pistols ad un evento pubblico a Londra, in occasione di un ciclo di incontri sui nuovi stilisti britannici.
INFINE, il volume ci porta nelle città della complessità multiculturale, tra i giovani di seconda generazione a Londra, facendoci conoscere più da vicino tribù neo hippy, come quella dei Mutoid Waste Company (che vivono adesso dalle parti di Santarcangelo di Romagna) o rivela cosa accade nei club nei sottoscala di Brooklyn, frequentati dai immigrati messicani e colombiani divenuti famosi perché il fine settimana lì si incontra, regolarmente, anche Scarlett Johansson. Il libro verrà presentato domani alle 16 nell’ambito del Biografilm Festival al Woodstock Village. al. mar.