Forli Franco Mengoli. Storie di paese, marafone e ‘mutòr'
Notizia pubblicata il 07 ottobre 2008
Categoria notizia : Cultura
UNA PENNA davvero vivace e fertile quella di Franco Mengoli, bolognese di nascita e predappiese di adozione. L'ultima sua fatica letteraria, Fatterelli e fattacci ( ed. Il Ponte Vecchio, Cesena, 2007 ), reca come sottotitolo Storie paesane di personaggi e usanze dell'Emilia e della Romagna.
In quest'opera sono delineate, in maniera colloquiale e disinvolta , fatti ambientati in due paesi: Castello di Serravalle, nel bolognese, e Predappio, paesi che hanno fra loro alcune affinità a partire dall'abitudine di storpiare i nomi o di identificare una persona col podere in cui abitava, com'é il caso di Gustà un id Muzà n, o Luminòt, oppure Grota (l'appellativo del podere di Franco, noto ed apprezzato pittore).
L'AUTORE, con arguzia, allarga l'indagine ai giocatori di marafone e briscola, alla guerra fra paesi e (non potevano certo mancare!) ai preti e al relativo turismo parrocchiale. Mengoli non risparmia poi l'analisi su alcuni modi di dire dialettale come I' interés ad Casséta o La bà nda ad Pianét o su alcune abitudini dei tempi andati come la fettuccia di carta moschicida, il dazio e l'intransigenza di un vigile urbano.
Questi argomenti fanno parte del capitolo del libro riferito ai personaggi che si chiude con l'analisi, raccontata attraverso tanti episodi, della grande passione dei romagnoli: e mutòr (= il motore). Un capitolo é poi dedicato alla famiglia contadina, alle principali attività agricole (come l'aratura, la mietitura, la trebbiatura, la vendemmia, la raccolta dei frutti), alle prelibatezze della gastronomia di una volta e infine alle feste popolari.
FRANCO MENGOLI non é solo autore di libri, ma anche di testi teatrali, questi ultimi scritti per il gruppo teatrale E Giaron di Predappio. In appendice al libro sono riportate perciò alcune scenette e farse del teatro comico popolare, compresa una simpatica zirudela in dialetto dal titolo La campana che, spiega l'autore, non é quella che suona a mezzogiorno, ma il nome di una casa di campagna. L'ambiguità del nome alimenta la sorridente nostalgia di tanti ricordi di gioventù.r. r.
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