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La magia dei capanni tra luce e colore. Duecento fotografie nel volume di Paolo Equisetto e Adriano Gatta. Un libro racconta l'atmosfera delle valli

Notizia pubblicata il 08 maggio 2009



Categoria notizia : Cultura


CAPANNI è il titolo del volume fotografico dei ravennati Paolo Equisetto e Adriano Gatta dedicato dedicato alle costruzioni che più di ogni altre simboleggiano il paesaggio pieno d’incanto di alcuni scorci delle nostre zone vallive e costiere.

Il libro è stato pubblicato da Edizioni Moderne e contiene, tra gli altri contrubuti, una prefazione di Sergio Zavoli e una presentazione di Mauro Mazzotti. Il progetto nasce da uno sguardo interpretativo sul mondo dei capanni da valle e da spiaggia, tra luci e colori, burrasche e tormente, nebbie e silenzi che li avvolgono. Tutti rigorosamente nel territorio ravennate. Le immagini, in tutto 210, sono divise in tre gruppi che fanno capo ad altrettante tecniche fotografiche: infrarosso, bianco e nero seppiato, colore.
PAOLO Equisetto, autore delle foto, è pubblicista e collabora con case editoriali e riviste italiane ed estere a carattere geografico, sportivo, naturalistico, rurale e turistico. Ha già pubblicato i volumi fotografici Ravenna magia di immagini, La magica luce di Comacchio, Il Delta del Po magico e immaginario. Adriano Gatta, da oltre quaranta anni si occupa di editoria e stampa e segue sin dai primi anni di attività lo sviluppo della storica Tipografia Moderna. Ha unito passione e professione ad un profondo amore per il nostro territorio. Il risultato è proprio il volume Capanni, il primo di una serie di libri fotografici su alcuni aspetti del territorio intorno a noi.
IN UN’OPERA così significativa e legata ad una delle più sentite tradizioni di queste terre, non poteva mancare una firma illustre come quella di Sergio Zavoli. «Il colpo d’occhio di un fotografo di rango ha l’energia di un attimo, limpida e risoluta» dice nella sua prefazione. «Non fotografa per incorniciare quello che vede — prosegue Zavoli — semmai per togliergli qualche sospetto di esemplarità, quasi sempre stucchevole, persuaso che la bellezza è nuda, inconsapevole. Ci restituisce le forme sempre più rare e sfuggenti di una vita salvatasi nell’indifferenza e nella solitudine della sua sempre più remota bellezza».
MAURO Mazzotti infine assicura, nella sua presentazione, di aver frequentato tutti i posti ritratti nel libro. E conclude: «Mi piace scrivere, dire delle nostre valli, ritrovarne i nomi in antiche mappe degli archivi, vecchie di secoli».

http://www.flickr.com/photos/therebel68