Bologna.Il denaro al tempo di Cicerone.Torna dal 7 maggio il ciclo di letture classiche in Santa Lucia
Notizia pubblicata il 24 aprile 2009
Categoria notizia : Cultura
PLATONE e Massimo Cacciari. Agostino e Umberto Orsini e Luca Zingaretti. Seneca e Michele Placido e Lina Sastri. La ricetta, ideata da Ivano Dionigi, professore ordinario di Lingua e letteratura latina della nostra università, ha funzionato con successo per sette anni.
E non c’è da dubitare che anche questa volta, l’ottava, il ciclo di letture classiche organizzate dal centro La permanenza dei classici creato dal docente pesarese — che è anche, per chi non lo sapesse, uno dei candidati per l’elezione del nuovo rettore — sarà preso d’assalto dal pubblico degli studenti e degli appassionati. «Tra aula magna di Santa Lucia e adiacente aula absidale, dove si potranno seguire gli incontri su un maxischermo — osserva Dionigi —, avremo a disposizione circa 1.500 posti. Ma credo che anche quest’anno non saranno sufficienti».
LA FORMULA è nota: una scelta schiera di specialisti a introdurre le serate e un altrettanto prestigioso gruppo di attori per la lettura dei testi. Titolo e tema del ciclo, Regina Pecunia (da Orazio) che tradotto suona Sua Maestà il Denaro. Argomento cruciale quant’altri mai, che Dionigi e i suoi giovani collaboratori precisano di aver scelto nel maggio scorso, ben prima che esplodesse la crisi planetaria. «Il mondo classico, specialmente quello greco — chiarisce Dionigi anticipando gli spunti sul tappeto — non ebbe un pensiero economico, era una società aristocratica, oggi diremmo capitalistica, che tuttavia condannava il profitto e vedeva nella saggezza la sola ricchezza.
Non ci proponiamo di attualizzare i classici, ma di cogliere ciò che nelle loro pagine, distanti secoli e secoli, ci può toccare da vicino». E per spiegarsi ancora meglio, il prof cita una frase di Aristotele, dalla ‘Politica’, IV secolo prima di Cristo: «Trarre guadagno dal denaro stesso e non al fine per cui esso fu escogitato costituisce il più innaturale di tutti i modi di arricchire». I pericoli e i mali della speculazione finanziaria, insomma, erano concetti in voga già 2400 anni fa.
LA RASSEGNA — quattro appuntamenti, sempre alle 21, sempre nei giovedì di maggio, sempre in Santa Lucia; regia di Claudio Longhi — si apre il 7 maggio con il filosofo Massimo Cacciari e lo stesso Dionigi a colloquio su ‘L’uomo è denaro’, ossia su Cicerone, Senofonte, Seneca e altri autori, e sulla loro idea di ricchezza; letture di Lina Sastri. Il 14 maggio, con l’indiana Vandana Shiva, teorica dell’ecologia sociale, Michele Placido leggerà brani da Omero, Platone, Catone, Esiodo, tutti dedicati alla concezione della povertà. Il 21 saranno a confronto l’antichista Luciano Canfora e l’economista Franco Debendetti sul governo, ovvero su come intendere il rapporto tra economia e politica. Leggeranno Umberto Orsini e Valentina Sperlì, una sciccheria.
LA SERA finale, il 28 maggio, segna il passaggio dalla classicità greca e latina a quella cristiana. «L’etica classica — ricorda Dionigi — è individualistica, fondata sul ‘modus’, sulla misura che ognuno deve osservare nei suoi comportamenti. Con il cristianesimo nasce l’etica sociale, basata sul valore del prossimo». Ed è su questo che dialogheranno l’economista Guido Rossi ed Enzo Bianchi, il priore della comunità monastica di Bose, in provincia di Biella.
Posta sotto il titolo ‘La vera ricchezza’, quindi imperniata sulla relazione antagonistica tra le verità ultime della fede e quelle contingenti e invadenti del mercato e della finanza, la serata proporrà pagine del pensiero cristiano (Agostino) lette da Luca Zingaretti.
Tutte le serate sono gratuite con ingresso a inviti. Gli inviti si ritirano, fino a esaurimento, tutti i martedì precedenti gli incontri al centro studi ‘La pernanenza del classico’, via Zamboni 32. Tutte le serate saranno tramesse in streaming all’indirizzo www.classics.unibo.it/Permanenza; il centro studi risponde allo 051 2098539 e a permanenza@classics.unibo.it
c. su.
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