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Cultura Letture Non Più Quotidiane
Notizia pubblicata il 20 novembre 2009
Categoria notizia : Cultura
Letture non più quotidiane. Secondo il Censis gli italiani leggono sempre meno giornali e libri, preferendo invece i social network Lo Scrittore Scarpa:' Prima o poi ci si stufa, la passione per le pagine resta'
Evidentemente agli italiani non va troppo a genio il nobile motto di Daniel Pennac: "il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere". L'annuale rapporto del Censis sui consumi mediatici aggiusta il tiro sulla massima pennachiana: "il tempo per leggere? Ci spiace, restringe quello per usare Facebook".
QUOTIDIANI sempre meno letti, flessione anche per i libri (anche se leggera), mentre i social network vanno alla grande e i cellulari restano saldamente assisi sul trono dei media privilegiati dagli italiani. Cresce Internet (seppur lievemente, dal 45,3% del 2007 al 47% del 2009) e avanza la tv a pagamento (tra i più istruiti 66 su 100 hanno un abbonamento); la lettura dei quotidiani almeno una volta alla settimana crolla rovinosamente: dal 67% al 54,8%. "Quelli che..." il giornale lo sfogliano almeno tre volte alla settimana capitombolano dal 51,1% al 34,5%. La free press? Resta stabile, anzi cresce (dal 34,7% al 35,7%): i quotidiani gratuiti risultano letti anche dalle persone più istruite, il che farebbe pensare ad una migrazione di lettori da quelli a pagamento. I periodici non fanno eccezione alla desolante media: li legge il 26,1% degli italiani (-14,2%), mentre i mensili si attestano sul 18,6% (-8,1%). Secondo gli autori del rapporto Censis, la lettura è la prima attività sacrificata sull'altare di Facebook: lo afferma il 42,4% degli iscritti al social network, mentre i restanti per il social network dicono di no ad altri
siti Internet (40%), al cinema (11%), al dvd in salotto (9,1%), addirittura allo shopping (5,3%) e alla radio (5,6%%. Ecco come Tiziano Scarpa, romanziere, poeta e drammaturgo vincitore del Premio Strega 2009, commenta questo "sorpasso" dei social network a discapito della lettura: «Avvenne più o meno la stessa cosa dieci anni fa, quando si cominciò ad usare la Rete. Ci si stuferà anche di Facebook, prima o poi. Del resto, il libro ne ha viste tante e tante ne vedrà ancora» Insomma, chi ama davvero leggere, siano quotidiani o libri, di certo non molla la pagina e il suo affascinante odore per scrivere o mettere foto sulla bacheca di Facebook.O no? «Credo - continua Scarpa - che questo tipo di indagini non abbiano un'impostazione metodologica del tutto corretta. Mi spiego: il concorrente diretto di Facebook non è la lettura o il libro tout court. Bisognerebbe chiedersi: cosa tutto non si fa quando si va su Facebook?». Il Censis dice che il 14,4% di utenti sacrifica anche le telefonate agli amici e l'11,5% non li incontra fisicamente preferendo guardarli su Facebook. «C'è anche chi lavora poco, per stare su Facebook», ricorda Scarpa. Sempre secondo il Censis costoro, tanto cari al ministro Brunetta che presumibilmente li chiamerebbe fannulloni, sono il 21,7%. Altri tempi, quando si portava il giornale in ufficio...
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