La terza direttrice: le colline sulla Via Emilia
Notizia pubblicata il 15 aprile 2008
Categoria notizia : Turismo
Ora il "menù turistico" della nostra Riviera si sta arricchendo di una nuova proposta, di una terza direttrice, rispetto all'asse della Marecchiese e a quello che percorre la Valconca: si tratta delle colline e dei borghi che si affacciano sulla via Emilia, costeggiandola da Santarcangelo fino alle porte di Cesena.
Si tratta di un itinerario che comprende, soprattutto: Longiano, Montiano, Monteleone e Sorrivoli senza, logicamente, trascurare Santarcangelo, come base di partenza, già , però, ampiamente conosciuta e frequentata. Dopo Savignano, lasciando la grande arteria romana, si può subito salire sulle prime colline.
Lì ad attendere i nuovi turisti vi é un paesaggio tra i più armoniosi della Romagna: basse colline verdi, dalle quali si può apprezzare, in un solo colpo d'occhio, tutta la pianura sottostante, fino all'Adriatico. Lassù la campagna é curata, la vegetazione a tratti é intensissima, i paesi - tutti borghi medievali - sono tirati a lucido, la tranquillità regna sovrana. Basterebbe segnalare "tre cose" (fra le tante) per considerare imperdibile un'escursione del genere: a Longiano, la Fondazione Balestra che espone, stabilmente, capolavori della pittura italiana del Novecento (la grandiosa raccolta di quadri e disegni di Mino Maccari é il miglior ritratto dell'Italia dell'epoca), all'interno della imponente Rocca malatestiana che domina, dall'alto, il paese.
Da non perdere é anche il Castello di Monteleone, di proprietà dei Conti Volpe, l'unico ancora abitato (seppure solo d'estate): entrandoci sembra di rivivere gli ambienti del Castello di Fratta, evocato da Ippolito Nievo. E per finire, una sosta a Montiano che fu censito, all'epoca dei Malatesta, come «il più bel colle della Romagna essendo il suo territorio pieno d'ulivi, vini, frutti bellissimi a guisa di vasto giardino al centro del quale il feudatario possedeva comodissima abitazione».
La vista può partire dalla Chiesa di San Francesco (vi é conservata, fra le altre bellezze, una preziosa "Annunciazione", eseguita nel 1600 da Giovanni Francesco Nagli, detto il Centino), magari facendosi accompagnare da un responsabile della locale "Associazione culturale San Francesco" (tel. 33822750), e terminare alla Cittadella, un ristorante-monumento ricavato da un palazzo del '700 già appartenuto alla famiglia Malatesta: verande, grotte e un balcone panoramico, ricoperto di pannelli mobili, compongono questo ritrovo; lì, sia d'inverno che d'estate, vi é la possibilità di cenare sotto le stelle.
E se avete ancora del tempo fate un salto anche al castello di Sorrivoli: la strada per arrivarci, la campagna, il verde intenso dei faggeti oltre all'ammirazione, vi faranno riflettere su come avrebbe dovuto essere conservato il paesaggio italiano.faggeti oltre all'ammirazione, vi faranno riflettere su come avrebbe dovuto essere conservato il paesaggio italiano.
(foto di http://www.flickr.com/photos/laocoonte)